Con le note di “Nessun Dorma” di Puccini, il Tenore Fabio Sartori ha rotto il silenzio dei Mondiali di sci 2021
Fabio Sartori, il tenore trevigiano noto nei più famosi teatri dell’opera, per il suo repertorio verdiano, ha rotto con la sua potente voce, il silenzio delle Dolomiti per i mondiali di sci alpino 2021, sciogliendo il gelo di una manifestazione in forma inedita “a porte chiuse” a Cortina D’Ampezzo, senza spettatori. Per la prima volta, 6 mila atleti provenienti da 70 nazioni, concorreranno in un’atmosfera diversa, in modo molto silenzioso, senza le urla di gioia da parte del pubblico, che sostiene gli atleti durante le competizioni. Le gare, per misure anticovid, potranno essere seguite solo su tutti i canali TV e multimediali e quest’anno anche attraverso un app ufficiale. L’unico vociare sarà quello degli addetti ai lavori, le uniche persone presenti, che potranno smorzare il clima di tensione, senza tifoseria. Un video spot, trasmesso in questi giorni sui canali ufficiali, intitolato “Nessun Dorma per Cortina 2021” promosso da CortinAteatro con il supporto di Cortina Marketing e realizzato insieme a istituzioni e imprenditori locali, ha aperto in anteprima i mondiali, per un assaggio alla bellezza dei luoghi italiani che, con grande successo, ha indicizzato milioni di visualizzazioni nel mondo. Il potere della musica classica cantata ad alta quota, ha regalato emozioni surreali che insieme alle immagini di un paesaggio mozzafiato, ha tenuto alta l’adrenalina che si dissolverà con l’inaugurazione ufficiale, delle gare tanto attese. La voce di Sartori, che ha cantato “Nessun Dorma” della Turandot di Puccini, tra le alte vette delle Dolomiti, si è fusa con i colori dell’iride di un cielo terso, sin dalle prime ore dell’alba. Nel video, reso quasi irreale, la magia del suono veniva da un pianoforte a mezza coda, sospeso nell’aria, alloggiato nella funivia Lagazuoi, a circa 2.700 mt di altezza e suonato, dal grande pianista Alberto Bof. L’atmosfera affascinante, ha immortalato la purezza della natura, insieme allo sport e alla cultura il tutto, in modo incantevole e insolito, come veder cantare per la prima volta, il tenore fuori dal teatro, in uno scenario totalmente diverso da quello della lirica, con semplicità e armonia. Fabio Sartori, quando è arrivato il tuo incontro con la musica? La mia passione per il canto, è nata grazie a mio padre che cantava nel coro della chiesa e a mio zio, che cantava ai matrimoni. La lirica però, l’ho scoperta quando da bambino andavo a casa degli zii e ascoltavo la voce tenore Mario del Monaco che abitava nella casa accanto. Ascoltavo i suoi vocalizzi e canzoni che arrivavano dal parco della sua abitazione, sono stato un bambino fortunato e da lì, ho iniziato a prendere parte nel coro della chiesa ma, non avevo ancora capito che la musica avrebbe riempito la mia vita. Sono diventato un operaio saldatore e lavoravo in fabbrica, solo però la determinazione di mio padre, mi ha spinto a studiare canto la sera e dopo lavoro, era lui che mi accompagnava alle lezioni, alternandosi con mia sorella. E’ stata dura, ma a venti anni ero già un tenore leggero, poi l’incontro con il maestro Pavarotti che ha apprezzato la mia voce talentuosa, mi ha spinto a partecipare ai concorsi, vincendone diversi e così sono diventato tenore delle opere liriche. Ti abbiamo visto cantare nei teatri più famosi e per ultimo al San Carlo di Napoli, come hai vissuto questo periodo di chiusura? Sì, Napoli è stata una delle mie ultime date, prima che arrivasse il covid, mi sono esibito a gennaio per La Tosca di Puccini e a febbraio per la Norma di Bellini dopodiché, tutto si è fermato ed è stato drammatico quanto un’opera. Cosa hai provato quando hai cantato ad alta quota, con una scenografia fatta di sola neve e cielo? Mi ha dato una grande apertura vocale e di mente, cantare per i mondiali di Cortina, ha significato urlare ad alta voce “Vincerò!” quindi simbolicamente, gridare un segno di rivincita per tutti. Esibirsi però, all’aria aperta e a una certa altezza, con le basse temperature, è stato un po’ un po’ difficile perché la voce deve essere riscaldata prima di usarla e avendo girato il video al mattino presto, non ho avuto troppo tempo per fare i vocalizzi. Tutto però, è andato bene perché, la gioia di rappresentare l’Italia era tanta e quando ho un obiettivo in mente, scalo qualsiasi tipo di montagna. In questo progetto, mi sono preso carico di una grande responsabilità e non volevo deludere nessuno e devo dire anche che il tipico tabarro veneziano, il mantello che ho indossato per l’occasione, oltre a riscaldarmi bene, mi ha dato una grande identità italiana. Fabio vedendo le immagini, la tua semplicità come uomo e come artista, ha colpito dritto al cuore delle persone, qual è il vero messaggio che volevi far passare? Mi sono immedesimato negli sportivi, ho provato a immaginare a gareggiare senza pubblico e questo non è possibile, perché anche per noi cantanti, esibirci a teatro senza spettatori, è come non avere il respiro. Il pubblico ha un’anima e regala trepidazione, commozione e quando batte le mani per applaudirci, significa che è contento della nostra esibizione. Ho provato quindi a trasmettere tutta la mia forza quando ho intonato “All’alba Vincerò, Vincerò, Vincerò !”, con l’energia giusta, per affrontare le gare a piste vuote. La tua voce vibrava quanto i tuoi occhi, c’era un sentimento più forte in te? Pochi mesi fa, mentre ero via per un concerto, fatalità in quei pochi dove è stato possibile farlo, ho perso mio padre e il mio dolore è ancora vivo, allora mentre cantavo e guardavo al cielo, il mio pensiero è salito in alto a lui. Ho pensato che mi ascoltasse e la purezza della neve, mi ha dato la forza di gridare sempre più, con il cuore che mi scoppiava di gioia perché, se sono un tenore, lo devo a mio padre e volevo che tutti provassero la mia stessa emozione, che ora vi sto descrivendo. Essere grato alla vita è una grande cosa ma, essere riconoscente verso chi ha creduto in te e ha speso una vita per il tuo successo, è un sentimento che non puoi cancellare. Questo meccanismo, ti porta a essere vincente e a sfidare qualsiasi competizione ed io con la mia voce, ho voluto manifestarlo, grazie anche al maestro Alberto Bof, che mi ha accompagnato al piano con un’impresa ardua e a tutti coloro, che hanno voluto realizzare lo spot. Mi auguro che diventi virale sul web, perché la musica non conosce confini come il segnale di forza, che tutti abbiamo voluto trasmettere. Fabio, un’ultima domanda, questa esperienza un po’ diversa per te, cosa ti ha lasciato? Ha regalato al mio cuore dei colori, che non potrò mai dimenticare, e che porterò con me in tutti teatri nel mondo, insieme al ricordo di una splendida alba vissuta con le sue varie sfumature, con la scenografia reale delle Tofane e poi il profumo dell’aria pulita e ossigenata che mi ha dato, un senso di libertà e la voglia di vivere. Questo è un primo passo per una rinascita post covid e auguriamoci che presto, si possa ritornare alla vita normale con la spensieratezza di vivere le emozioni, senza restrizioni.
A cura di Sabrina Abbrunzo