Congresso a Napoli: Cefalea, vietato chiamarla Mal di Testa!
Per capire quali siano i sintomi da non sottovalutare, e quando un paziente emicranico deve essere preso in carico dai centri specializzati per la diagnosi e cura delle cefalee
Il Prof. Gioacchino Tedeschi Direttore della Prima Clinica Neurologica presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria della Campania Luigi Vanvitelli, il vecchio Policlinico come ancora lo chiamano i Napoletani, ed il Dr. Antonio Russo Responsabile dell’Ambulatorio ad essa afferente, hanno intuito la necessità di dare maggior peso a questa importante patologia, che spesso viene considerata un semplice ” mal di testa”. L’ OMS ha identificato l’emicrania come la malattia più disabilitante nei soggetti al di sotto di 50 anni. Ma non basta: l’emicrania rappresenta anche un problema economico per la società in quanto colpisce particolarmente i pazienti nella fascia di età compresa tra 20 e 60 anni, i soggetti cioè che si trovano nella fase “economicamente più produttiva” della loro vita, con conseguente danno all’economia per i costi diretti ed indiretti della patologia. Il costo in Italia, per ogni persona affetta da emicrania cronica, è di circa 2500 euro l’anno, divisi tra prevenzione, esami diagnostici, esami di laboratorio diagnosi, visite mediche, ricoveri e trattamento, farmaci, terapie di supporto, senza considerare i costi indiretti, quelli cioè che riguardano la perdita di giornate lavorative da parte del paziente o di chi si ne prende cura.
In Campania, ad oggi più di 700.000 cittadini soffrono di Cefalea, che si può presentare in forma sporadica o cronica, si calcola che nella nostra Regione almeno 28.000 persone siano affette da una forma cronica.
Il prof. Tedeschi sottolinea che: ” Quando parliamo di emicrania non intendiamo il semplice mal di testa. Si tratta infatti di una forma particolarmente severa, che si presenta con un dolore pulsante molto intenso accompagnato da nausea o vomito, fastidio per la luce e i rumori e che può durare fino a tre giorni.
Quanto detto rende comprensibile il comportamento dei pazienti emicranici che oltre ad essere molto sofferenti per l’intensità del dolore, si vedono spesso costretti a letto, al buio ed in silenzio, in preda a nausea o vomito. Come si può intuire, non si tratta di un semplice mal di testa ma di una condizione spesso disabilitante, poiché i pazienti a causa dell’emicrania devono rinunciare alla loro vita privata, alle attività sociali o anche solo ludiche. Ciò provoca un grave impatto sulla qualità di vita. La Cefalea può accompagnare il paziente in tutte le fasi della vita dalla adolescenza alla senescenza, e richiede dunque un approccio terapeutico che è proprio di tutte le patologie croniche.
Il Dr. Russo aggiunge: E’ fondamentale insegnare al paziente a riconoscere i diversi fattori che possono scatenare un attacco emicranico, quelli alimentari , la tiramina ad esempio provoca vasodilatazione ed è contenuta nei formaggi stagionati, alcol e glutammato monosodico, quelli ambientali, variazioni di clima, rumori, luci e certi odori, fino a quelli comportamentali e psicologici come un abnorme livello di stress, delusione o rabbia. Insegnare al paziente le migliori strategie per affrontare tali circostanze è un momento fondamentale nella gestione dell’emicrania e ne consegue che un paziente che non sia disposto a modificare il proprio stile di vita, è un paziente che ha già perso in partenza la propria sfida contro l’emicrania. Durante il congresso si parlerà anche dei nuovi approcci terapeutici, che prevedono l’utilizzo di anticorpi sviluppati artificialmente e diretti contro una particolare molecola nota come CGRP oppure verso il suo recettore. Questa molecola quando “prodotta in eccesso” nei neuroni del sistema trigemino-vascolare (al centro della patogenesi dell’attacco emicranico), può provocare un’infiammazione che svolge un ruolo fondamentale nella genesi del mal di testa. Questi farmaci, molto promettenti, saranno probabilmente destinati solo a determinate tipologie di pazienti, con l’ emicrania più severa, da qui la necessità che si identifichino dei Centri Cefalee di elevata competenza laddove si possa portare avanti l’iter diagnostico e terapeutico appropriato. Per concludere i take home messages, che gli scienziati provenienti da tutta Italia porteranno con se sono tre. La cefalea non è solo un problema medico, ma anche sociale a causa delle ripercussioni sulle attività/capacità lavorative. Non si tratta di una semplice crisi dolorosa, ma una malattia che richiede una attenta fase diagnostica. Quando la situazione diventa complessa c’è bisogno di rivolgersi ad un centro specializzato