Il Napoli soffre e vince, ma la Fiorentina recrimina
Un rigore non concesso ai viola fa esplodere i Della Valle: “Non ci sono solo i tre punti, qui ci giochiamo milioni di euro”
La partita vede di fronte due grandi protagoniste del campionato e lo spettacolo è sin da subito all’altezza delle aspettative.
Dopo pochi minuti la squadra di casa squarcia la difesa azzurra con Quadrado sulla fascia destra e va vicina al gol. Mesto è in difficoltà e non tiene il longilineo fantasista della Fiorentina. E’ un pò la fotografia della partita. Quadrado vera spina nel fianco e Napoli sempre sofferente quando prova le incursioni , va al tiro (prende anche un palo pieno) e scambia velocemente con i compagni. Ma a sorpresa la squadra di Benitez interrompe il fraseggio e va in vantaggio. Sebbene la partita sia stata per lunghi tratti nelle mani della fiorentina, ai partenopei sono bastate un paio di mani per chiudere i giochi.
Le mani giuste ,appunto.
A volte bastano quelle per uscire vincitori.
E’ così, infatti. Callejon al 11′ buca Neto con una splendida girata al volo, propiziata dall’ancor più pregevole cross di Higuain. Un’imbucata telecomandata dall’esterno destro vellutato dell’argentino che cerca e trova al millimetro il compagno di squadra azzurro e del Real Madrid.
Affinità da 10 e lode.
E’ il sentore che le cose girano bene.
Nessuno si aspetta però il calcio di rigore della Fiorentina. Sulla palla crossata in aria da calcio di punizione, tra le maglie azzurre, c’è uno strattone di troppo secondo Calvarese.
Colpevole del misfatto è Fernandez che macchia la sua buona prestazione.
Dal dischetto Giuseppe Rossi trasforma.
Dopo questo episodio il Napoli scompare dal campo e sale in cattedra la Fiorentina. Almeno vorrebbe. Giusto il tempo però per gli azzurri di siglare un altro gol, per mettere al sicuro il risultato.#Mertens indovina un diagonale a fil di palo e la Fiorentina è di nuovo sotto.
Ancora in cattedra. Ma di nuovo sotto. Incredibile.
Ecco allora che la squadra di Montella riprende le redini del gioco.
Il secondo tempo è un monologo viola. I partenopei tentano di rispondere agli attacchi ma è davvero poca cosa. In fase difensiva però i meccanismi funzionano.
Tiene bene la linea difensiva, con Albiol appena una spanna sopra più degli altri. E’ lui infatti il vero pilastro della retroguardia che protegge Reina dalle incursione nemiche. Ma non è tutto merito dello spagnolo. Anche l’estremo difensore ex Liverpool vuole ben figurare e sul tiro a giro di Rossi si lancia sul palo più lontano e con la punta delle dita allontana il pallone in calcio d’angolo.
Una parata che vale quanto un gol.
Nel finale l’espulsione di Maggio mette in discesa la partita dei padroni di casa che le provano tutte per portarsi a casa almeno un punto.
I tuffi di Rossi e Quadrado indispettiscono il direttore di gara che prima li rimprovera, poi li ammonisce per delle cadute al limite o all’interno dell’aria di rigore un pò troppo accentuate.
Materiale pericoloso per un arbitro giovane che vuole dimostrare di non essere facilmente raggirabile. Fino a quel momento, infatti, <la direzione di gara è impeccabile>, parole dello stesso Andrea Della Valle ai microfoni di Rai 1 nel post-gara.
Qualcosa però va storto. Al 92esimo minuto.
A due soli giri di lancetta dal triplice fischio Quadrado, ancora lui, ubriaca di finte Armero e compagni di difesa e va come un treno verso Inler, anche lui chiamato a coprire.
Lo salta facile, ma l’azzurro per istinto con un movimento inconsulto, e quasi di riflesso, lo sgambetta.
Appena un tocco, ma quanto basta per far finire a muso a terra il colombiano.
Per l’arbitro Calvarese però non ci sono dubbi: l ‘attaccante viola viene ammonito per la seconda volta per simulazione e quindi espulso. Niente rigore, niente probabile pareggio.
Niente fama, niente gloria.
Solo un pugno di fischi ed insulti all’indirizzo del direttore di gara che, sebbene in torto, con ordine perentorio indica la punizione a favore del Napoli e l’immediato abbandono del campo al malcapitato. Sicuramente una scelta coraggiosa e, appunto, unica (grande) sbavatura della direzione di gara dell’#arbitro.
Ma la storia che da piccoli si racconta ai propri figli dovrebbe suggerire qualcosa e forse è più esplicativa di un moviola in campo.
“Al lupo,Al lupo” è la celebre citazione di un pastore che pascolava il suo gregge e viveva in un villaggio i cui abitanti erano terrorizzati dalla presenza di un grande e feroce lupo che si aggirava nella foresta.
Il pastore guascone per tre volte fece uno scherzo ai suoi concittadini chiamandoli a gran voce per essere salvato dal lupo anche se ,in realtà, non era stato attaccato. Si divertiva semplicemente a spaventare e prendere in giro gli altri. Quando però la bestia feroce si presentò davvero davanti alla sua casetta e gli sbranò il gregge, nessuno venne in suo soccorso perchè tutti credevano fosse il solito scherzo messo in scena per deriderli.
Così il pastore fu ucciso e mangiato,come le sue pecore, dal terribile lupo.
Probabilmente Calvarese conoscendo questa storia avrà visto materializzarsi il pastore guascone nei panni del giovane Quadrado, quando per l’ennesima volta si è sentito gridare “Al fallo, al fallo”, dovendo poi constatare l’inconsistenza degli interventi subiti dal giocatore viola.
Non ci sono più colpi di scena e la gara termina sul punteggio di 2-1 per gli ospiti.
Il Napoli strappa così un’importante vittoria con un pizzico di fortuna, ma anche con una grande prova di cuore e di resistenza.
Perchè, come si dice spesso nel pugilato, il più grande boxer non è colui che sa colpire bene, ma chi sa incassare meglio i colpi.
Peccato poi per i brutti insulti all’indirizzo dei napoletani presenti. Si è invocato al Vesuvio e alla spazzatura in perfetto stile “italiano medio”. Ma non fa nulla. Particolarmente grave e blasfeme invece le bestemmie rivolte a San Gennaro, santo patrono di Napoli.
Ma siamo sicuri che la mano del Santo ha già in serbo per loro una punizione divina o ,forse, in quella svista al minuto 92 c’è già il suo beffardo zampino…
A cura di Andrea Calvello