Cover Art – Le stelle di Mario Schifano
Nulla da eccepire se un disco stampato in sole 50 copie (dicono!) con involucro metallico, doppia copertina,vinile colorato ed inserto, elaborati da un artista di grido, oggi vale più di 3000 euro ma, a parte le speculazioni ed i falsi, ( il caso è paragonabile a quello di De Chirico ), è necessario fare chiarezza , su questa copertina, sulla formazione e sul contenuto. Innanzitutto l’idea del gruppo creato da un artista deriva da Andy Warhol e dai suoi Velvet Underground & Nico e dal loro album pubblicato, e la copertina, elegante e preziosa con il suo argento ( le stelle ) su sfondo informale rosa shocking, che vorrebbe essere psichedelico ( a 2 colori quindi come gran parte dei poster dell’epoca sull’argomento ), originalissima come copertina, per l’epoca, ma non come opera in se stessa, nemmeno per le foto solarizzate contenute nel vasto libretto interno con una paginona intera di dediche ed una gigantesca immagine di un concerto. Ma prima accenniamo al contenuto musicale, se così si può dire, in cui risalta il primo brano, che si riesce ad ascoltare più di una volta, a televisore acceso ma senza volume come dicono le istruzioni, il mitico ed infinito ( 18 min ) Le ultime parole di Brandimarte, manifesto sonoro-rivoluzionario del gruppo, un insieme di voci madrigalesche e suoni caotici pseudo-free fatti da strumenti volutamente ( o no ?) stonati e percussioni che
con essi si scontrano, nemmeno qualche tentativo di intromissione chitarristica; la parte rock sparsa qua e là, specie ne finale, riesce a tenere insieme e ad amalgamare il tutto.
Capovolgendo in positivo, si potrebbe dire anche, come fanno certi critici che, che viene realizzato appieno, e con successo, l’assalto alla melodia classica portando come esempio la preda che viene assaltata dai lupi (gli strumenti musicali) che naturalmente la fanno a brandelli
. Ma i lupi per fare questo dovrebbero essere realmente dei lupi e non semplicemente cani! Alcuni dicono che questo disco sia il più alto grado raggiunto dalla musica psichedelica in Italia ( ma chi rappresenta gli altri gradi? I New Trolls erano troppo commerciali, i Cheto & co. Troppo ermetici, altri non ne ricordo. ) Era certamente un caso isolato e, piuttosto , un vero ingenuo inizio di fusion, di contaminazione, ma senza equilibrio di eccessiva classe e quindi senza riscontri, fra il beat, il rock psichedelico, certa musica sperimentale e un tardo “free-jazz”. Fu sicuramente un momento provocatorio anche se ben allineato (soprattutto per lo spettacolo con le nu
ovissime, per l’Italia, luci psichedeliche) e leggermente più estremo che altrove . Brandimarte comunque è solo l’inizio, il resto sempre più o meno cacofonico, è un insieme di esercitazioni tardo –beat anche se Susan Song, firmata e arrangiata da Paul Teck si distingue dagli altri brani e, chissà perché, si ritorna alla forma canzone tradizionale,ad un folk –song con flauto ed echi di piano lontanissimi, quasi alla Donovan, ad una Talk To The Wind ante-litterman. Schifano allora era la punta di diamante di un gruppo di artisti, il gruppo dei cinque,, contestatori in erba che per contestare l’America , o meglio il consumismo e la politica americani non facevano altro che riprodurne (esorcizzandoli) i simboli ; era l’arte “pop” che proprio in America era nata con Warhol per merito soprattutto delle sue Zuppe Campell e poi con Jasper John e le sue bandiere. Per arrivare alla mistificazione e, quindi, alla esaltazione,
cioè al contrario delle intenzioni iniziali – con Steve Kaufmann e soci. In Italia quindi di rimando, anche se loro affermao di essere coevi, nascevano i Tano Festa, Valerio Adami, Franco Angeli con le sue stelle ed aquile “ingrifate” e soprattutto Schifano con la sua Coca-Cola e le sue proteste letterarie, gli attacchi alle multinazionali ed i suoi monocromi che lo portarono presto alla ribalta internazionale con mostre perfino a New York a fianco di Rauschenberg, Johns e Oldenburg, e soldi a profusione che portarono la conoscenza dell’articsta in ogni casa e conti in banca favolosi a critici e mercanti speculatori, per via dei falsi che si diceva e che l’artista n
on si preoccupava di arginare. Negli ultimi tempi le sue immagini non furono più passate direttamente sulla tela ma prima manipolate al computer, essendo in prevalenza tartte dall’individuazione – e quindi dall’eggressione di una nuova dittatura e di un nuovo c
onsumismo globalizzante, quello della televisione, amata ed odiata da tutti e che solo lui, da portavoce storico dell’intuizione e dalla non rassegnata consapevolezza, poteva tradurre in efficace simbolismo grafico.
Lp
1967 – Dedicato a, (BDS, m&f 001)
Cd
1992 – Dedicato a, (Mellow- MMP 126)
Ristampe
LP 1999 – Akarma ( 1008 )
Cd 1999 – Akarma ( ( 1008 )
45 giri
1968 – E il mondo va/Su una strada, (CBS, 3442)
Singolo promo su jbox ( 1968 cbs – JB3442 )
Compilation
1988 – Oracolo, Toast (contiene Molto lontano (a colori))
A cura di Antonio Elia
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