De Magistris continua a dire no.
Gli si può credere, quando dice che Napoli uscirà dall’emergenza senza cedere su nessuno di questi fronti? E gli si può credere quando Daniele Fortini, il manager dell’Asìa, dice, e non al bar o tra amici, ma di fronte ad una commissione parlamentare, che senza una discarica di almeno un milione di tonnellate non ce la faremo? Certo che sì. Possiamo credere al sindaco. Ma a patto che in giro ci sia sempre qualcuno disposto a prendersi la nostra immondizia, ben sapendo, come lo stesso Fortini ha spiegato, che quell’immondizia «non è innocua per l’ambiente». E sempre che ci sia qualcuno disposto a pagare 200 euro a tonnellata per trasferire i nostri rifiuti a Genova o chissà dove. Quattordici Regioni si sono dette disposte ad aiutare Napoli a patto che Napoli dia prova di voler voltar pagina. Caldoro, per convincere queste Regioni, ha presentato un piano in cui parla di cinque cave per far fronte all’emergenza. In tutta risposta de Magistris gli ha fatto sapere che di cave a Napoli non ne vuol sentir parlare. Poi uno si chiede perché su certi giornali del Nord escono commenti come quello di Filippo Facci. Il quale, tra l’altro, conclude: «Le vecchie giunte napoletane volevano fare le cose giuste, ma non le hanno fatte; l’attuale giunta napoletana vuole fare le cose sbagliate e le farà». Forse è venuto il momento di esportare, oltre ai rifiuti, anche un po’ di credibilità.
Andrea Torino