Digitale terrestre: ecco come cambiera’ la televisione italiana
Digitale terrestre: ecco come cambiera’ la televisione italiana
E’ ormai ufficiale: entro il 2012 tutta la Europa, in ossequio alle direttive della Comunità Europea, assisterà al cosiddetto switch off, termine tecnico che indica il definitivo passaggio dalla tv analogica a quella digitale. Da quel momento in poi due potranno essere le strade per continuare la visione dei programmi televisivi: acquistare un decoder, da utilizzare con l’impianto di antenna già esistente o dotarsi di una parabola per ricevere il segnale satellitare. In Italia le prime regioni ad adottare la tecnologia digitale sono state la Sardegna, già dall’ottobre 2008 e le prossime, nel corso del 2009, saranno Valle D’Aosta, Piemonte, Trentino, Lazio e Campania.
In vista di questo imminente cambiamento è iniziata dunque la battaglia tra i fautori del digitale terrestre, con in testa Rai e Mediaset, contro il colosso della tv satellitare Sky. Ciò si comprende soprattutto dalle ultime risonanti campagne acquisti portate a termine da Sky, che è riuscita a legare al proprio palinsesto personaggi come Fiorello, Lorella Cuccarini o addirittura Mike Buongiorno, sottraendoli alla concorrenza. Il motivo è semplice: vista la necessaria scelta a cui saranno chiamati da qui a poco gli italiani, il colosso della pay per view satellitare ha pensato di arricchire la propria programmazione con il contributo di veri e propri mostri sacri della tv, sicura così di invogliare il pubblico a scegliere il suo servizio. Insomma, è ormai finito il tempo del duopolio Rai-Mediaset. L’avvento della nuova tecnologia squarcerà il mercato e quindi darà il via ad una concorrenza spietata tra tutti i fornitori del servizio televisivo. Infatti, scopo della direttiva comunitaria è proprio quello di impedire monopoli nel settore, offrendo sempre maggiore disponibilità di canali al pubblico e quindi garantire una maggiore competizione nel settore, a vantaggio della qualità. A prima vista, in questa situazione sembra che Sky potrà trarne maggiori benefici. Infatti, dovendo il telespettatore necessariamente comprare un decoder per continuare a vedere la tv, mentre Sky, almeno per ora, consente di vedere anche i canali del digitale terrestre lo stesso non può dirsi per quest’ultimo. Senza contare che la tecnologia di Sky è senza dubbio più evoluta delle altre, adesso ancora in balia di problemi di ricezione in alcune zone del paese. In questa ottica, si è addirittura ipotizzato che Rai e Mediaset possano estromettere la trasmissione dei loro canali dal bouquet Sky, teoricamente al fine di contrastarne la concorrenza. Tuttavia, per gli addetti al settore, questa scelta potrebbe risultare solo controproducente, poiché, così facendo, le reti italiane perderebbero i circa 50 milioni di euro annui, pagati da Murdoch per trasmetterle sulla sua piattaforma, oltre al brusco calo di audience delle trasmissioni, prive dei diversi milioni di utenti che già si servono solo della tv satellitare. Insomma, piatto ricco per noi tele-divoratori, esposti ormai ad un continuo bombardamento di nuovi canali e nuovi programmi che potranno essere scelti di volta in volta. Una rivoluzione all’americana, all’orizzonte, dove la tv è gestita da diversi provider, che non vendono programmi ma pacchetti di reti per tutti i gusti. Il problema, ovviamente, è che tutto non potrà essere sempre gratis e, quindi, avrà necessariamente un costo, sia per quanto riguarda il Digitale terrestre che per Sky. L’acquisto di un decoder da una parte e la sottoscrizione di abbonamento dall’altra, comunque incideranno negativamente sulle nostre tasche. Ma tanto, è una partita vinta perché, in definitiva, chi si sognerebbe mai di rinunciare allo spettacolo televisivo, qualunque essa sia?
a cura di Marco Bello