Disagio Giovanile Tra violenza e noia
La prima impressione che si formula, riguardo alle nuove generazioni di adolescenti, non è affatto positiva; troppa violenza, pochi ideali ed uno sproporzionato desiderio di imporsi sui più deboli con la forza. Tre fattori preoccupanti, soprattutto quando si uniscono ad una manifesta maleducazione e ad una evidente mancanza di rispetto nei confronti degli altri. Indiscriminatamente. Qualcuno potrebbe accusarmi di essere un critico ingiustificato, ma non è così, credetemi. Chi ad esempio utilizza quotidianamente i mezzi pubblici, frequentando, magari, anche le stazioni ferroviarie, può rendersi conto del degrado patito dai nostri futuri adulti, ai quali le generazioni precedenti dovranno affidare il resoconto del loro (già discutibile) “operato”. Ovvero un fardello molto pesante. Non voglio generalizzare, così come non ho intenzione di suddividere i giovani in buoni e cattivi; ritengo, però, che qualcuno, a monte, abbia realmente “perso la bussola” del metodo o della ragione. Forse i genitori (ai quali si addossa, talvolta ingiustamente, ogni responsabilità sull’educazione dei figli), forse gli insegnanti (spesso professionalmente impreparati alle circostanze) o più banalmente una società contemporanea troppo materialista, che nei decenni si è svenduta al denaro, alla smania di successo e soprattutto all’ipocrisia. Dall’infausto miscuglio di queste problematiche si è costituita una classe di bambini e di ragazzi ben più “emancipata” delle precedenti (d’altra parte: “mors tua, vita mea”); ma anche maggiormente viziata dalle disfunzioni di una società fin troppo complessa ed in perenne tensione. L’ambiente familiare, sempre più influenzato dal marcato utilizzo di Internet, dalla costante presenza della televisione (usata ed abusata anche come babysitter), può influire ed aver influito sulla formazione di un giovane “moderno”; ma non può rappresentare, sempre e comunque, una giustificazione plausibile alla violenza ed alla follia degli ultimi anni. I casi sono davvero molto numerosi, credo che il duplice delitto di Novi Ligure, possa in qualche modo riassumere a dovere il concetto. Alla base di questi comportamenti esasperati deve esserci una sorta di gravissimo disagio percepito particolar modo dalle nuove generazioni. Generazioni che hanno “adeguato” i loro valori ed il loro bagaglio morale ed ideale, all’ambiente ed alla comunità in cui sono nati e cresciuti, per poi “ribellarsi” successivamente ad un “sistema sociale” (il nostro) fondamentalmente iniquo, discriminatorio, privo di meritocrazia, e come si sa, avvelenato anche da profondi conflitti sociali. Tuttavia, la responsabilità non è, né può essere, sempre altrui. Le ormai famigerate “baby gang” (nate in Inghilterra), vere e proprie organizzazione vandaliche, hanno ben poco a che fare con il logoro concetto di “disagio sociale”; in quanto sono formate, il più delle volte, da ragazzi di “buona famiglia”, riuniti in aggregazioni finalizzate a combattere la “noia” che gli pervade. Già, la noia. Una delle motivazioni con cui si riescono a legittimare furti con scasso, pestaggi premeditati e perfino omicidi. In queste circostanze, le famiglie (dunque i genitori) mantengono una grande responsabilità sulle azioni nefaste dei loro figli. Ma non sono sempre in grado di intervenire. Purtroppo. Anche la scuola, di certo, non è da meno: è di pochi giorni fa la notizia di alcune adolescenti che si prostituivano, proprio all’interno nel circuito scolastico, per acquistare vestiti alla moda, telefoni cellulari e scarpe nuove. Ecco che allora, sorgono i dubbi: la colpa è davvero dei genitori? I minorenni non riescono, in alcun modo, a regolamentasi da soli? Forse non riusciremo a comprendere per intero i valori delle ultime generazioni, perchè siamo ancora troppo affezionati ai nostri; ma a quanto sembra, il consumismo non è stato un buon maestro.
A cura di Ernesto Mendola