LTRA PRONUNCIA SCONCERTANTE DELLA SUPREMA CORTE: Il genitore indagato per violenza sessuale sul minore, può comunque vedere il figlio minorenne!
Tante sono le sentenze “estrose” emesse dalla Suprema Corte, sentenze che sebbene la loro “particolarità”, vanno poi a costituire un precedente giurisprudenziale, anzi IL precedente giurisprudenziale al quale i giudici ordinari devonorifarsi e conformarsi per garantire un’ uniformità interpretativa delle norme dell’ordinamento giuridico.
Una tra tutte la recentissima sent. n. 372/13.
Essa stabilisce che indipendentemente dall’esito del processo penale per abusi sul minore, il genitore indagato ha il diritto di poter vedere il figlio.
Secondo i giudici l’interruzione degli incontri tra padre e figlio potrebbero compromettere in modo irreversibile il loro legame. Ad ogni modo gli incontri devono avvenire in forma protetta, ossia attraverso l’intervento dei servizi sociali.
Nel caso in oggetto, un ruolo determinante è stato quello del consulente tecnico, che all’interno nella sua perizia depositata agli atti, ha sottolineato che la perdita totale del rapporto padre-figlio comporterebbe un grave danno per quest’ultimo.
Inoltre gli ermellini sostengono che “Non si può escludere che, con un sostegno terapeutico, il padre possa recuperare la sua funzione genitoriale”.
La cosa più anomala di questa pronuncia risiede nel fatto che il diritto del minore (che dovrebbe essere prevalente) sembra invece essere secondario rispetto alla salvaguardia di un rapporto genitore-figlio ormai già violato e deteriorato!
di Concetta Vernazzaro