Dolce&Gabbana fanno ancora scandalo. La maison italiana accusata di razzismo:si scusano i due stilisti
A quanto pare la protesta via web di oltre 13.000 persone ha funzionato malgrado non nell’immediato visto che hanno dovuto aspettare più di dieci giorni i cittadini di Hong Kong.
“Comprendiamo bene ciò che è si è verificato davanti alla boutique di Canton Road abbia offeso gli abitanti di Hong Kong,e per questo chiediamo scusa.Siamo profondamente dispiaciuti” queste le parole della maison Dolce&Gabbana che si leggono in un comunicato stampa.
Nelle ultime settimane il marchio italiano di moda più conosciuto al mondo è finito nella bufera più totale dopo che un addetto alla security della boutique, sita a Canton Road di Hong Kong,ha impedito ad un cittadino di fotografare la vetrina.Divieto,che a quanto pare,è rivolto solo ai cittadini Hongkonghesi e non ai turisti.
Immediatamente dopo lo scoppio dello scandalo i titolari della boutique si sono giustificati spiegando che il divieto,così restrittivo,ha il solo ed unico scopo di contrastare il fenomeno della contraffazione proteggendo la proprietà intellettuale del marchio.
Facile immaginare la reazione dei cittadini di Hong Kong che profondamente offesi da tale discriminazione hanno urlato al razzismo.
“Se Dolce&Gabbana discrimina gli hongkonghesi dovrebbe trasferire altrove le sue attività”
La reazione popolare non si è fatta attendere e su Facebook la vittima ha issato all’ira che dal web si è trasferita al mondo reale provocando una sommossa di centinaia di persone che si sono radunate a Canton Road per protestare contro la restrizione armati di macchinetta fotografica e immancabili slogan.
Ma la protesta non si è conclusa in strada,al contrario,si è trasferita agli uffici legislativi.
“Le persone sono libere di fotografare le vetrine dei negozi per uso personale.Certo, una cosa e’ fotografare e un’altra e’ copiare. Il modo in cui il negozio espone la merce rientra in qualche modo nella proprieta’ intellettuale percio’ qualora qualcuno dovesse copiare violerebbe la legge”.ha dichiarato Huen Wong, ex presidente della Law Society di Hong Kong.
“La politica aziendale Dolce&Gabbana accoglie i cittadini di Hong Kong e di qualsiasi altro Paese nel mondo nel pieno rispetto delle leggi locali e dei diritti della singola persona” si legge ancora nel comunicato, il quale non ha provocato alcun effetto sulla maison
“Se l’azienda ritiene di essere nel torto, perche’ non si e’ scusata prima?” “La societa’ teme solo che se le proteste continueranno, potranno danneggiare gli affari” fanno eco i commercianti
Ma il web non si accontenta e Facebook è un portale aperto a tutti e a qualsiasi provocazione “Non accettiamo le scuse della Dolce&Gabbana, non sono sincere. Ognuno di noi dovrebbe scrivere all’Unione europea e far presente che la casa di moda e’ colpevole di discriminazione razziale” si legge in un post
Non ci resta che augurarci che la protesta smetta al più presto e che Dolce&Gabbana non incappino più in scandali come questi.Perchè una cosa è far moda e un’altra è far scandalo con la moda.
A noi piace parlarne e indossarla,non combatterla.
Elisabetta Rasicci