Don Seppia: Sms erano soltanto un gioco, mai avuto rapporti sessuali con minori
“Millanterie, giochi erotici”. Così don Riccardo Seppia, il parroco genovese arrestato venerdì scorso per presunta violenza sessuale su minore e cessione di stupefacenti, ha definito le dichiarazioni fatte al telefono e per sms e intercettate dagli inquirenti in cui si parlava di minorenni. Lo ha riferito il suo legale, l’avvocato Paolo Bonanni, questo pomeriggio all’uscita dal carcere di Marassi, dove il prete dalle 10 alle 15 è stato interrogato dal sostituto procuratore Stefano Puppo. “I capi di imputazione -ha detto Bonanni- sono sempre gli stessi, non sono stati contestati ulteriori episodi. Si tratta di abuso sessuale e cessione di stupefacenti che direi complessivamente ridimensionati. Fondamentalmente ha aggiunto Bonanni- abbiamo risposto punto per punto all’interrogatorio, sicuramente gli episodi sono stati ridimensionati dal mio assistito”. L’avvocato di don Seppia ha sottolineato che “non sono emersi elementi concreti di rapporti con bambini, si è parlato solo di rapporti con maggiorenni e don Seppia ha confermato che le millanterie contenute nelle conversazioni telefoniche erano un gioco erotico, non sono state corroborate, allo stato, da nessun elemento”.Secondo l’avvocato Bonanni anche l’episodio del presunto bacio al chierichetto sedicenne “è stato ridimensionato non soltanto per le dichiarazioni di Seppia”. L’avvocato ha definito il sacerdote “lucido, in grado di ricostruire gli episodi che gli vengono contestati, presente, anche se certamente turbato”.Viene dato poi per imminente il trasferimento dal carcere di Marassi a Genova a un’altra struttura ligure. Il suo avvocato, Paolo Bonanni, al termine dell’interrogatorio del sacerdote, ha dichiarato che il trasferimento potrebbe essere “oggi, come domani o lunedì”. Don Seppia ha chiesto il trasferimento dichiarandosi oggetto di insulti e minacce da parte degli altri detenuti. Il suo passaggio a un altro carcere deve essere deciso dal ministero di Grazia e Giustizia, sentito il parere del magistrato. “La richiesta di don Seppia -ha voluto precisare l’avv. Bonanni- non dipende da un difetto di controllo da parte del carcere di Marassi che è assolutamente esemplare da questo punto di vista. Il mio assistito mi ha riferito che il personale è assolutamente attento a ogni sua esigenza di sicurezza”.
A cura di Monica Scala