DOPO 160 ANNI IL NEW YORK TIMES PASSA IL TESTIOME AD UNA DONNA : JILL ABRAMSON E’ LA NUOVA DIRETTRICE
In un momento estremamente delicato per la carta stampata , minacciata sempre più dal passaggio alla realtà digitale, per stare al passo con i tempi ed adeguarsi alle esigenze del mondo contemporaneo ,il NEW YORK TIMES per la prima volta in 160 anni dalla sua fondazione, punta al cambiamento di immagine sul talento e l’esperienza di una donna : Jill Abramson, classe 1954 ed un curriculum degno del prestigio del giornale, di cui sarà al vertice ufficialmente a Settembre.
Scelta per conciliare e completare l’integrazione tra l’edizione cartacea e quella online del giornale più influente e prestigioso del mondo, l’Ambramson ha commentato la nomina dicendo che per lei è come «ascendere nel Valhalla», il paradiso del dio Odino. «A casa mia il Times era una religione», ha spiegato «Se lo diceva il Times, era verità assoluta».
Nata e cresciuta nell’Upper West Side di Manhattan, laureata in storia e letteratura ad Harvard e madre di due figli oggi grandi, dopo un decennio al Wall Street Journal, inizia a lavorare come reporter investigativa per il New York Times nel 1997. Dopo tre anni come capo dell’ufficio del Times a Washington, nel 2003 viene richiamata da Keller a New York per diventare la numero due del giornale dopo aver smascherato il 27 enne Jayson Blair, venuto alla ribalta giornalistica americana per lo scandalo degli articoli contraffatti e costringendo alle dimissioni dell’allora direttore Howell Raines e del suo vice Gerald Boyd.
L’editore Arthur Sulzberger Jr. ha detto di avere accettato la decisione di Keller con «sentimenti misti» ma di essere sicuro che la Abramson rappresenti la migliore decisione possibile.«Bill è venuto a trovarmi alcune settimane fa – ha spiegato – e mi ha detto che a suo avviso era giunto il momento di lasciare il posto da direttore». Jill, che subentra al dimissionario Bill Keller, che passa a scrivere per il New York Times Magazine e per la sezione editoriali dell’edizione domenicale, ha poi dichiarato Sulzberger , «E’ la scelta perfetta per dirigere la nostra evoluzione in una testata poliedrica e multimediale, ancora profondamente votata all’eccellenza giornalistica». Il New York Times infatti, è il sito di informazione più cliccato del mondo, ma sta subendo pesantemente la concorrenza del Wall Street Journal, di Rupert Murdoch, il quale ha contribuito all’erosione del numero di copie vendute in edicola, passate da oltre un milione a 800mila oltre ad essere proprietario della tv Fox News e del tabloid New York Post.
Per la Abramson l’impegno da profondere sarà enorme e le sfide numerose a partire dalla necessità di mantenere alto il nome ed il valore del giornale ereditato, in un epoca critica per i quotidiani, con la progressiva diminuzione dei lettori a vantaggio delle fonti online ed una crescita ancora troppo debole delle risorse pubblicitarie sul web.
In più se si pensa all’ operato di questi anni del suo predecessore, le responsabilità dalla neo direttrice aumentano considerevolmente: «È molto significativo per me – ha spiegato- perché ci si appoggia sulle spalle di chi ci ha preceduto, e nel mio caso si tratta di Bill Keller».
A cura di Flavia Sorrentino