Dopo Milano e Sydney la Tatoo Expo approda a Napoli per la sua VII Edizione
Care lettrici (e lettori perché no), per inaugurare la prima edizione della nostra rubrica settimanale, noi di “Donna Fashion News” ci siamo interrogati su quale potesse essere un argomento dall’indiscrezione tale da attirare la vostra attenzione. Così abbiamo pensato che, tutto sommato, non c’è niente che incuriosisce più del backstage di un evento itinerante di fama internazionale.
Ed è per questo che abbiamo pensato bene di portarvi dietro le quinte della VII edizione dell’Expo Tatoo di Napoli organizzata dall’Associazione Napolindelebile e la quale, a dirla tutta, ci ha davvero sorpresi.
Benchè questo tipo di convention sia ancora in fase di affermazione al sud Italia, e abbia proprio negli ultimi anni iniziato a catturare l’attenzione di un numero sempre maggiore di visitatori, questa è a tutti gli effetti una realtà ben conosciuta e seguita fedelmente in Europa, così come dall’altra parte del mondo, da dove si presume il tatuaggio tragga origine.
Una delle Expo di maggior rilievo internazionale è infatti quella che si tiene ogni anno a Sydney, in Australia; non a caso il continente le cui genti furono descritte ripetutamente nell’atto del tatuarsi da marinai e viaggiatori, primo fra tutti James Cook.
Si suppone che la nascita del tradizionale tatuaggio occidentale sia da ricercarsi proprio nel tentativo di imitazione dell’arte indigena del “tautau” da parte di stranieri, i quali avrebbero importato questa forma d’arte dalle nostre parti. Ciononostante si ritiene che il tatuaggio come forma espressiva abbia sempre fatto parte della tradizione dei popoli, in quanto tutti accomunati dal medesimo bisogno di creazione artistica ed estetica.
Ad oggi le Tatoo Expo hanno luogo in numerosi centri nevralgici. Roma e Milano sono tra quelli a noi più vicini. E benché si riscontri una certa dose di cura per la tradizione del tatuaggio, questa tende di certo a contaminarsi con elementi e forme artistiche sempre nuove.
L’accoglienza a questa VII edizione della Convention tenutasi al Palapartenope di Napoli è stata quindi alquanto sorprendente.
Tenendo conto del sibilo incessante degli aghi dei tatuatori all’opera senza sosta,e poi la folla, i colori e i numerosissimi stands con uno di tutto, ciò che maggiormente ci ha catturati sono state le nuove iniziative artistico-culturali proposte.
Dimostrazioni di Capoeira e Body art, percorsi fotografici e writing di murales.. tutto rigorosamente live! Quest’anno infatti sono state coinvolte, oltre a più di settanta tatuatori di ogni provenienza, diverse associazioni culturali che si fanno promotrici di tecniche artistiche del tutto innovative.
Dai writers appartenenti alla “400 ml”, gruppo apolitico che si propone di diffondere la cultura e l’arte del colore laddove la realtà partenopea lasci intravedere solo un grigiore anonimo, agli allievi dell’Accademia Kryolan City specializzati in body painting e trucco teatrale.
Immancabile la musica ad opera degli Jovine, gruppo di musicisti made in Naples in procinto di presentare l’ultimo lavoro autoprodotto:”Il Mondo è Fuori”, dai forti contenuti sociali e che ha creato il giusto accompagnamento per le ulteriori performances ad opera dell’artista Sylvia di Ianni e del gruppo Mutant Suspecion Squad, impegnati a promuovere la visione corporea come forma di consapevolezza interiore.
La mostra scultorea e fotografica ha inteso creare una via in grado di portare l’osservatore ad analizzare il mondo contemporaneo attraverso gli occhi di numerosi artisti i quali, spaziando tra la scomposizione di elementi della realtà “urban” e la rappresentazione degli aspetti meno piacevoli della società contemporanea, si identificano a modo proprio come nemici della comunicazione semplificata e del monopolio dell’immagine e, fortemente critici dell’età moderna e dei suoi fondamenti, ci invitano a ritrovare la nostra personalità e a ricominciare a pensare proponendoci metodi di immedesimazione con l’ambiente e una pittura che porta alla quasi totale smaterializzazione dell’immagine per lasciar spazio principalmente ai contenuti del pensiero.
Ciò che ci ha lasciati senza parole, è stato l’aver scoperto un mondo tutto nuovo e a noi completamente sconosciuto fatto di artisti e persone comuni animati dal desiderio di riuscire a portar fuori un po’ di ciò che ognuno di noi ha dentro.
Come ci ha detto Luca Scarpati, art director del gruppo dei “Mefite” composto da fire dancers vicini a diverse forme di espressione quali il teatro fisico e di lotta, osservando la matrice di queste nuove tecniche espressive ci si rende conto che ci troviamo di fronte ad un fenomeno del tutto spontaneo originato da un senso di ricerca molto profondo.
Si tratta di fenomeni piuttosto lontani dall’arte accademica. È un qualcosa che solitamente nasce dalla convergenza di diverse esperienze personali tese ad unirsi e a creare veicoli comunicativi del tutto originali. E questa è una riconferma del fatto che non c’è modo più vero e tangibile di fare arte se non imparandola per strada,e vivendola. Tutto questo si è prestato da cornice all’attrazione principale della Convention, ossia la Tatoo Contest avvenuta nella giornata di domenica 18 per decretare il Re dei tatuatori con relativo capolavoro.
In vista della gara le file di volontarie “tele umane” agli stands sono state costanti e cariche di entusiasmo. Tra disegni colorati e non, di ogni grandezza e dai soggetti più disparati, i vari Studi si sono sfidati all’ultimo “tau”, dando vita a creazioni davvero mozzafiato.
Inoltre, non è da sottovalutare l’aspetto multiculturale dell’evento. Hanno infatti partecipato visitatori di ogni classe e nazionalità, contribuendo ad arricchire la Convention con stili del tutto personali da ogni punto di vista. Tutto questo in nome di una passione che riesce a fare delle differenze uno spunto per la creazione. Sicuramente un messaggio sociale su cui riflettere!
Contest a parte, siamo convinti nell’asserire che anche quest’anno il vincitore assoluto si riconfermi Mr Tatoo; re indiscusso delle spiagge estive,in bella mostra o celato, con un significato o per piacere estetico questo disegno indelebile non passa mai di moda.
Sarà per la sua natura così antica o magari perché l’espressione dello spirito attraverso il corpo non può mai smettere di affascinarci. Ciò che è certo è che, al di là del disegno, l’arte del tatuaggio nasconde nel profondo tutta una filosofia; tutto un mondo fatto di tradizione, slancio artistico e voglia di esprimersi. Nasconde in fondo, tra i suoi tratti, un pizzico della nostra essenza.
di Arabella Frola