EGITTO: MOUBARAK SI È DIMESSO
Il vicepresidente egiziano Omar Suleiman ha annunciato in televisione che il presidente Hosni Mubarak ha rinunciato al suo mandato presidenziale e ha incaricato le forze armate di gestire gli affari dello Stato. La piazza Tahrir ha accolto con un immenso boato l’annuncio del vice presidente sulle dimissioni di Mubarak.
L’ormai ex-presidente egiziano aveva lasciato Il Cairo nel primo pomeriggio ed era atterrato a Sharm el-Sheikh assieme alla propria famiglia. Lo hanno reso noto fonti del PND (Partito Nazionale Democratico) che sostengono il rais.
In mattinata, l’esercito aveva diffuso un comunicato in cui le forze armate si impegnavano a garantire “elezioni libere” e “riforme”. In piazza Tahrir, terminata la preghiera del venerdì erano riprese le contestazioni contro il presidente. La folla aveva inoltre assediato la sede della tv di Stato ed il palazzo presidenziale. Secondo le stime delle autorità locali, sarebbero più di un milione i manifestanti scesi in piazza.
Rafah intanto arriva il bilancio di uno scontro a fuoco dei manifestanti con la Polizia, durante l’assalto ad una stazione di Polizia stessa: un uomo è morto e venti sono rimasti feriti . A riferirlo fonti locali, indicando che il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi.
Nella stessa giornata si è appreso che un dipendente dell’ambasciata Usa in Egitto fu ucciso negli scontri scoppiati nei primi giorni delle proteste anti-governative: lo ha riferito il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, attraverso una nota diramata dalla rappresentanza diplomatica al Cairo. La vittima, Khairy Ramadan Aly, cittadino egiziano, era un carpentiere che lavorava per l’ambasciata da ben 18 anni. Nella nota ufficiale la Clinton condanna la violenza contro i civili, e reclama la cessazione degli “abusi commessi a danno di coloro che esercitano le proprie liberta’ fondamentali”.
“Non è importante per noi se Hosni Mubarak sia ancora in patria o all’estero, l’importante è che venga processato per ciò che ha fatto all’Egitto” è ciò che afferma Hamda Qandil, dirigente dell’associazione nazionale per il cambiamento in Egitto, associazione guidata da Mohammed El Baradei. “Non ci importa se va all’estero – ha aggiunto – l’importante è che lasci il potere. Noi conosciamo la legge e anche se ha passato i poteri a Omar Suleiman, il vice presidente non può sciogliere il parlamento”.
A cura di Mario Sabljakovic