El-Ghor Mercì cucù Mercì El ghor
Mi capita sempre di più di ascoltare la musica via rete , spesso sono collegato su myspace , anzi se volete venire a farmi visita sono su www.myspace.com/freequenze , mi farà solo piacere …e mi capita sempre di più di scoprire un vasto universo musicale partenopeo/ napoletano . Tra questi ogni tanto brilla qualche giovane luce , qualche giovane stella che ha iniziato ad emanare le proprie vibrazioni .. . Ho scoperto gli El Ghor oggi, sono un gruppo giovane formatosi nel 2003 , ma già si son posti all’ attenzione con il loro primo disco uscito nel 2006 “Dada Danzè” , che arrivò alle orecchie di un bel gruppo di persone tanto da guadagnarsi da il “il Mucchio” nomination tra i migliori album d’esordio… quelle stesse orecchie oggi saranno raddoppiate e si saranno aperti parecchi occhietti su di loro , perché ad ascoltare il loro second “ Mercì Cucù”, non si può rimanere indifferenti… L’apertura del disco con “ Monsieur Paul “ mi ha sorpreso e, mi rendo conto che son di fronte ad un opera complessa, dove niente sembra lasciato al caso , proprio questa complessità unita ad una dose di leggerezza e fantasia , mi attrae .. Grazie ai testi in francese non finiscono tra i “già ascoltati” ed aggiungono alla musica un apporto emotivo di cui bisogna tener conto… I brani scorrono veloci , intriganti, non sempre l’originalità và ricercata nel suono di difficile approccio ed anche nei due episodi solo musicali, riescono a cogliere nel segno…tutto si ferma, si sospende per qualche attimo in un tempo di riflessione, stile new age . Le storie si susseguono e la musica incalza tra ricordi , amori e risvegli, un indie rock che non vuole riferimenti o accostamenti ma che anzi li rifiuta decisamente , qualcosa ricorda “Le Loup Garou” forse la fantasia e il francese.. “Mercì Cucù” riesce ad essere un album godibile che ti trasporta in intriganti paesaggi immaginari velocemente a bordo di una carrozza e cavalli la cui guida c’è un personaggio come Ghor , essere deforme ma dotato di una altissima sensibilità , alla ricerca della verità su se stesso e sul mondo che lo circonda .., speriamo che gli El Ghor possano vivere di luce propria e per il tempo necessario a regalarci ancora dell’ottima musica ed a crescere e non come nel racconto di Dylan Dog, da cui hanno tratto spunto per il nome, della cui esistenza , la vita si beffa.
A cura di Antonio Elia