Facebook: social network o una vetrina sulla propria vita privata?
Nato come servizio di rete sociale nel 2004 dall’opera di Mark Zuckerberg e dei suoi compagni di università, il social network più famoso del mondo pareva essere nato con lo scopo di intessere nuove relazioni e ritrovarne alcune perdute creando così una rete di comunicazione su scala mondiale.
A 9 anni dalla “grande invenzione” questo mezzo sembra aver perso ormai la sua originaria funzione.
Basta inserire i propri riferimenti anagrafici e gratuitamente si entra a far parte di un cybermondo fatto di link tematici da condividere quasi fosse un modo per sentirsi uniti da un idea, sì cristallizzata e scritta da qualcuno, ma pur sempre un’idea, nata da uno stato d’animo, da un momento che diventa sentire comune inevitabilmente; basta un uno scorrere di pagina per trovarsi dinnanzi ad un flusso incessante di foto accuratamente selezionate, scatti di vita privata: matrimoni, lauree, nascite e momenti importanti di ogni genere quasi a voler condividere con il mondo intero quell’ evento straordinario. Una sorta di esibizionismo innato compensato da un voyerismo inconscio di chi in maniera quasi morbosa quotidianamente cerca quell’evento per penetrare nella vita dell’altro senza chiedere il permesso.
Basta un click per trovarsi di fronte ad uno spazio fatto di pseudosentimenti pubblici in cui tutti sanno dello stato d’animo dell’altro quasi fosse una cosa ovvia, normale.
Si potrebbe continuare all’infinito, ma a questo punto sorge spontaneo l’interrogativo: questi social network sono luoghi di comunicazione o una vetrina sulla propria vita privata?
A voi la risposta
A cura di Concetta Vernazzaro