FIGLI BUONI E CATTIVI GENITORI
Cara Rossella,
sin da piccola i miei genitori mi hanno incolpata d’essere nata per sbaglio, d’essere stata la rovina e la vergogna della loro vita. Sono stata insultata, derisa, offesa. Ogni giorno mi fanno sentire in colpa per qualcosa che, secondo loro, ho sbagliato. Mia madre specialmente è sempre aggressiva nei miei riguardi, ha usato pochissimo affetto e troppa autorevolezza e mi fa sentire una pessima e cattiva figlia, anche se sa bene che non lo sono. Inoltre mi hanno sempre messo a paragone con gli altri ragazzi che, secondo loro, sono migliori di me in tutto. Per ora studio e non so nemmeno come riesco ancora ad impegnarmi, dato che psicologicamente sono distrutta. Com’è possibile, mi chiedo, avere dei genitori così cattivi e al contrario, trovare fuori di casa estranei che ti regalano affetto e comprensione? Vorrei poter presto ottenere la mia indipendenza, andare via, amare ed essere amata come merito. Vorrei poter riconquistare l’autostima, sentirmi accettata e sicura, recuperare piano piano la mia vita e vivere serena, lontana da loro.
Danila
Cara Danila,
provo una profonda tenerezza per te. E’ molto triste questo tuo sfogo ed ancor più pensare che fa meno male trovare un estraneo cattivo che avere genitori che quotidianamente ti accusano d’essere la loro vergogna, addirittura la loro rovina. Ti avverto che dovrai lavorare su te stessa molto e molto tempo per liberarti psicologicamente da queste ombre che ostacolano la tua crescita, il tuo sentirti sicura, la tua evoluzione. Con quello che sto per dirti non voglio indurti né ad una comprensione né, tanto più, ad un perdono, ma sappi che spesso profonde sofferenze e disagi interiori impediscono ai genitori di trasmettere amore. Addirittura, alcuni di loro, pensa che denigrando un figlio, lo si renda migliore, più coraggioso, che tutto ciò serva da stimolo per crescere meglio. Spesso vorrebbero “costruire” la loro vita, obbligandoli a comportamenti e scelte che piacciono a loro, non coscienti delle proprie frustrazioni, anzi pensando d’essere nel giusto proprio perché convinti che un genitore non possa sbagliare! Per non parlare poi delle aspettative che investono sui figli, perché, secondo il loro pensiero “ un genitore vorrebbe il meglio per il proprio figlio” e ciò invece produce esiti disastrosi e penalizzanti (anche il troppo amore e la profonda attenzione fanno guai). E’ così che i genitori diventano un incubo per i propri ragazzi, perché con la loro violenza psicologica, hanno il potere di distruggere e non di costruire. In questo modo i figli risultano soggiogati, plasmati, indotti a fare ciò che non vogliono fare, ma tutto questo perché “proprietà “ di genitori –padroni. Ed allora ecco che spesso si assiste a tristi e complesse situazioni in cui un figlio, credendo d’essere in errore, cerca di farsi accettare, di farsi amare cercando di compiacere le loro aspettative, le loro scelte, perché la necessità di sentirsi compreso ed amato è più forte d’ogni altra cosa. Più è offeso, ferito, maltrattato e più cerca perdono e affetto, più viene accusato e screditato e più chiede d’essere stimato e apprezzato, quasi preferendo un comportamento genitoriale violento alla totale indifferenza. Il mio consiglio, se non lo hai già fatto, è di parlare chiaramente ai tuoi genitori, senza remore, con coraggio, dicendo loro con estrema schiettezza tutto il male che stanno compiendo ai tuoi danni e dalla loro reazione scegliere se continuare a stare in casa o andar via. Un parente, un amico, un conoscente che ti possa aiutare ed ospitare sicuramente ci sarà, almeno fin quando troverai un lavoro , uno qualsiasi che possa metterti in grado di poter completare gli studi. Adesso il tuo dolore è ancora troppo profondo per perdonare, ma un domani che sarai in grado di costruire per te una famiglia sana, dove ci sarà la serenità e la tranquillità che ti sono state negate, saprai con saggezza dimenticare senza più odiare. Auguri per la tua vita, cara Danila, sicura che un giorno, non lontano, saprai essere tu, sicuramente, un’ottima madre.
Rossella Argo
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