Fino al 15 marzo il Pan ospita “La prima pietra”
La personale di Bruia che commemora il femminile oltraggiato. L’artista si ispira alla figura di Maria Maddalena per raccontare il riscatto, la reazione di una donna sopraffatta dall’uomo e da una società che la vuole sottomessa edimessa. Non a caso il vernissage è stato fortemente voluto per l’8 marzo, giornata internazionale della donna. Una mostra che è monito e creatività, binomio che da sempre contraddistingue Brunella D’Auria che nella contrazione del suo Bruia esprime tutta la forza interiore. «Con le mie opere intendo rappresentare la vigliaccheria e la codardia di chi prende il sopravvento sui più deboli con la forza e la violenza incurante, che si tratti di un suo simile, di un essere umano con gli stessi diritti, aspirazioni, desideri. Tutto ciò -spiega Bruia- mi è possibile grazie all’Arte, che impossesandosi dei simboli mitici autenticizzati dalla stessa religione, ne da poi una rappresentazione ideale, trasformando una prostituta sacra nel simbolo di riscatto e dell’affrancamento dai tabù, dalle angherie e dal potere». Realizzate con diversi materiali come olio, acrilici, gessi, refrattaria, cere, piombo, le tele sono attraversate da alcune scritte in ebraico, mentre le sculture raffigurano le “4 stagioni” delle donne, e la quinta “Burqa” si racconta senza inutili parole. “Fatima la figlia di Maometto”, “Maddalena”, “Il peccato originale”, “Broken”, “Schoner Wind”, “Touch the drop” sono alcuni significativi titoli di opere, che fanno riflettere sulla condizione della donna, racconti le assurde condizioni attuali nonostante l’era del 2.0, impensabili e inconcepibili, ma, purtroppo, reali. Presso il Palazzo delle Arti Napoli, al 60 di via Dei Mille, l’artista racconta la sua ribellione interiore verso queste atrocità, verso questa lapidazione fatta di discriminazioni, di offese, di indifferenza, letale indifferenza, per invitare l’osservatore a riflettere, a pensare che la fragilità di ogni donna non consenta la sopraffazione ai suoi danni, ma l’aiuto e il supporto. A completare l’esposizione il video di Giuseppe D’Angelo.
A cura di Rosaria Morra