Fotografia e pittura s’incontrano nello storico “Archivio fotografico Parisio”

Annamaria Saviano - ErgonFotografia e pittura s’incontrano nello storico “Archivio fotografico Parisio” per una collettiva che guarda al futuro “Diario di un Incipit”, l’opportunità che Salvatore Passeggio e Toty Ruggieri hanno dato a Beatrice Capone, Vincenzo Criscuolo, Anna Langone, Loris Lombardo, Tommaso Meles, Chiara Pepe, Ilaria Picarone, Ilaria Sagaria e Anna Maria Saviano di farsi conoscere al grande pubblico (infoline 0810320033 – www.archiviofotograficoparisio.it – info@archiviofotograficoparisio.it). Nello spazio raffinato ed elegante, dal fortissimo sapore retrò, proprio sotto il porticato di San Francesco di Paola, la modernità dell’olio e della tecnica mista incontrano l’immagine patinata della fotografia, impressa in formati di media grandezza per racchiudere fortemente l’impatto che riesce a scatenare, in un amalgama suggestivo. «È facile dire che i giovani sono il futuro, che il domani è nelle loro mani, che il mondo appartiene solo a loro, ma se nessuno permette ai giovani di esprimersi queste restano solo parole. “Diario di un Incipit” fa proprio questo, dà un’occasione, offre una prestigiosa vetrina per mettere in 1835_0mostra le qualità, il talento di ognuno; e non solo, offre agli artisti un’importante modalità di confronto». Queste le parole con cui il giovane Passeggio, che ha curato la parte pittorica, parla dell’evento espositivo, che s’impone nel fittissimo calendario culturale partenopeo come un appuntamento impedibile, non solo per la varietà di soggetti e linguaggi che propone, ma anche per la curiosità che ogni lavoro genera. Da Alice nel paese delle meraviglie, passando per piani modulari, Penelope Cruz, la claustrofobia e il voyeurismo, volti in disfacimento, future madri alle prese con la leggerezza interiore della loro condizione, volti come cammei, e indelebili cicatrici dell’anima, si arriva all’Euridice anni ’30; un viaggio meraviglioso, che fa fare la spola tra la realtà e la fantasia, chiudendo un cerchio che è la vita. «Abbiamo pensato ad una mostra che fosse quanto più armoniosa possibile, dove la continuità si ritrovasse senza eccessive difficoltà e -spiega Ruggieri- dove l’osservatore fosse attratto in modo naturale, senza forzature». Visitabile fino all’8 luglio, la mostra è da non perdere perché s’impone nel panorama culturale come la più nitida fotografia del presente visto da chi scriverà il futuro: i giovani.

Rosaria Morra