Genova e i suoi angeli: sei storie di persone che hanno rischiato la propria vita per gli altri
Di Genova se ne è parlato e se ne parla ancora adesso.Le struggenti testimonianze della piena che ha portato con se giovani e anziani ha fatto si che tutti fossimo a conoscenza del disastro che la Natura ha deciso di provocare sulla piccola cittadina ligure.
Alle otto di mattina del 9 novembre la Protezione Civile ha decretato terminata l’emergenza maltempo.Le scuole sono state riaperte ed entro 24 ore tutto è destinato a tornare alla normalità.
Delle sei vittime di quell’alluvione è rimasto solo il ricordo.La fine dell’incubo ligure è coinciso con l’ultimo saluto alle vittime.
All’interno della chiesa di Nostra Signora della Guardia è stato celebrato il funerale di Serena Costa,diciannovenne morta mentre accompagnava a casa il fratello minore dopo la scuola. La famiglia ha esperessamente richiesto il rito privato,preferendo lasciare fuori dalla chiesa le polemiche sulla chiusura o meno delle scuole. Nello stesso momento anche il funerale di Evelina Pietranera,edicolante di 50 anni,ha avuto inizio.
Ma probabilmente le vittime avrebbero,inquietantemente, aumentato il loro numero se terzi non si fossero prodigati,rischiando la propria vita e quelli dei loro cari,pur di salvare il loro vicino di casa,o conoscente,dalla violenta piena.
Come Patrizio Villa di Borghetto Vara,proprietario di un bar che per mettersi in salvo dalla piena spacca il cartongesso del soffitto e si guadagna uno spazio per respirare.Poco dopo si accorge che una sua collega non riesce a risalire.Le tende la mano,prova a recuperarla ma un’ondata la trascina via portandola a valle.Valeria de Lucchi,verrà salvata da un uomo che per trarre in salvo lei,perderà la moglie ormai sommersa da litri di aqua fangosa.
Fabrizio e Matteo(cognome sconosciuto),rispettivamente padre e figlio,di Genova.Quando si accorgono della piena rientravano in casa.Nell’androne il ragazzo viene risucchiato nello scantinato ma il padre riesce a trarlo in salvo afferrandolo all’istante.
Walter Filattiera di Brugliato,giovane insegnante di rafting che nel bel mezzo della piena si trovava sulla sua canoa con dei colleghi.Riesce a salvare un camionista incastrato nella motrice del proprio camion un secondo prima che la piena lo inondasse.
Christian Silvestri,20 anni di Ferreggiano. Quano la piena inizia a salire decide di rifugiarsi in un androne ma l’acqua lo raggiunge.Riesce a salire le scale e mettersi in salvo.Passata l’emergenza decide di dare una mano nei soccorsi.Il ragazzo verrà dato per disperso,prima e morto,poi.Scopre il tutto leggendo la propria bacheca di facebook
Mafalda Papa,albergatrice.Grazie al suo aiuto ha dato un tetto a tutti gli sfollati dell’alluvione.
E’ a loro che dobbiamo dire grazie.A loro che va tutta la stima e l’onore di un popolo che non ha pensato solo a se stesso,in un momento di tragedia,ma ha saputo tendere la mano per aiutare uno sconosciuto.
Elisabetta Rasicci