I miracoli della scienza: è ora di dar “voce” alle cellule staminali
Addio ai bisbigli che l’hanno afflitta per 43 anni: finalmente Ornella Scalzi, alla quale un intervento di asportazione della tiroide aveva danneggiato la corda vocale sinistra, può dirglielo chiaramente. Allora Ornella aveva solo 17 anni, e quell’intervento le è costato vivere i 2\3 della sua vita senza poter produrre nient’altro che sussurri; nel 2007, ormai esausta dai continui sforzi e dall’affaticamento che parlare, per quanto a voce sempre più flebile, le provocava, è stata una delle prime pazienti a sottoporsi all’intervento di Lipofilling al Politecnico di Milano, e pochi mesi dopo chiamava la dottoressa che l’ha operata, Giovanna Cantarella, per invitarla ad una gara di canto a cui s’era iscritta. “Il grasso prelevato dall’addome del paziente viene utilizzato per curare una corda vocale paralizzata in seguito a interventi chirurgici o traumi, oppure danneggiata da cicatrici che si formano, per esempio, dopo l’asportazione di un tumore”, spiega l’ otorinolaringoiatra a proposito del Lipofilling. Tutto ciò è dovuto all’attività delle cellule staminali, unità biologiche primitive in grado di specializzarsi in qualsiasi tipo di tessuto, senza pericolo di pericolosi rigetti, e probabilmente protagoniste del futuro della medicina. Queste cellule embrionali, infatti, sono l’unica speranza concreta nella lotta contro le patologie più disparate (e disperate), quali ed esempio Alzheimer, Parkinson, tumori e sclerosi multipla. I centri che praticano il Lipofilling, e qualsiasi altra tecnica che sfrutti l’azione delle staminali, sono pochissimi in Italia. In America, all’indomani della presidenza Obama, soggiunta dopo il ben più tradizionalista e “chiuso” governo Bush, a partire da queste cellule prodigiose è stato creato, dopo polmoni, intestino e pelle, anche il primo cuore, una delle strutture più complesse del corpo umano. Non staremo qui a quantificare i progressi che ciò implica nel campo dei trapianti, e in ambiente medico in generale, ma una considerazione viene da farla: i problemi cosiddetti “etici”, a quanto pare, non sussistono: come si è visto, le cellule staminali possono benissimo essere asportate dal tessuto adiposo del paziente, come anche dal midollo osseo, dal sangue che circonda il cordone ombelicale e così via, senza dover necessariamente provenire da embrioni o feti; allora, cosa stiamo aspettando?
Germana de Angelis