Il Kenya: dove inizia il mondo

Con le sue lunghissime spiagge bianche e le enormi distese pianeggianti  che arrivano fino alle falde del Kilimangiaro, il Kenya è una delle destination dell’East Africa che attira milioni di turisti ogni anno data la sua completezza in fatto di offerta turistica.

viaggi 1Il Kenya si aggiudica il primato di visitatori nella zona orientale del continente dato l’insieme dei servizi e delle location che riesce ad offrire. Mantiene una posizione di primato rispetto alle altre destination nei dintorni, come la Tanzania o il Mozambico, in quanto il target a cui si riferisce risulta essere molto più vario essendo i costi di un viaggio in quelle zone molto accessibili.

Il viaggio inizia dalla città di Mombasa, uno dei più grandi porti dell’Africa Orientale da cui si raggiungono tutte le località della costa in un’oretta scarsa di bus.

Tra le perle della costa keniota troviamo sicuramente Malindi, una colonia italiana in Africa, strapiena di ville e hotel gestiti da soli italiani che, per i cosiddetti “allocentric” non è certo una destinazione da tenere in considerazione data la grande presenza di ristoranti italiani o pizzerie, uno tra i quali è “La Malindina”.

viaggi 2Altra zona di recente scoperta è il villaggio di Watamu, il quale possiede il punto-mare più bello del litorale e dove negli ultimi dieci anni sulle spiagge della sua stupenda laguna sono stati impiantati alcuni resort tra i più belli del Paese.

Il Kenya ha molti parchi naturali nei quali è possibile passare alcuni giorni a pieno contatto con la natura. I parchi offrono due principali soluzioni d’alloggio: i Lodge e i Campi Tendati. I primi sono una serie di bungalow con un arredamento molto spartano mentre i secondi sono delle tende molto ampie con ogni confort all’interno. Ciò che rendono speciali questi luoghi sono sicuramente le atmosfere che i gestori riescono a creare una volta seduti intorno al fuoco,  dove vengono raccontate delle storie e delle leggende legate alle zone in cui il visitatore si trova.

Uno dei momenti più emozionanti in un safari è sicuramente la notte, quando tutte le luci, che funzionano grazie a dei generatori, si spengono, ed allora la voce dell’Africa inizia ad intonare, con tutta la sua dolcezza ed autenticità, il suo canto. Allora è possibile distinguere ogni tipo di rumore; dal ruggito di un leone al barrito di un elefante che si viaggi 3staavvicinando.

Lo spettacolo dell’Africa riparte, però, all’alba quando la cima del Kilimangiaro ancora innevata nasconde il disco solare dietro di se favorendo uno dei panorami più unici al mondo.

Di solito i safari partono molto presto la mattina, in quanto alcuni dei cosiddetti BIG FIVE come i leoni, possono essere solo avvistati in determinate ore del giorno, ovvero all’alba o al tramonto, quando vanno a caccia.

I parchi da vedere per le varie caratteristiche naturali presenti sono, innanzitutto lo Tsavo East e West, il parco più grande del Kenya dove vi è una grande popolazione di erbivori quali zebre e bufali, nonché antilopi e gazzelle.

Altri parchi di più modeste dimensioni sono situati a Nord, nella zona del Kilimangiaro; essi sono quello dell’Amboseli, che è l’estensione keniota del tanzano Serengeti  ed infine quello del Masai Mara, sulle sponde del fiume Mara. In questi due parchi la popolazione di carnivori, invece è molto più alta rispetto ai due parchi citati in precedenza, quindi un viaggi 4consiglio potrebbe essere quello di visitarli insieme in modo da avere una panoramica il più completa possibile.

Nelle zone del Kilimangiaro vi è anche una forte presenza di villaggi Masai i quali, con un piccolo contributo per tenere in vita la loro cultura, accoglieranno i visitatori con canti e danze locali che sono resi ancora più affascinanti dai suoni e dai salti che queste persone straordinarie riescono a fare.

Il Kenya è per tanti turisti solamente un luogo dove trascorrere qualche giorno di vacanza all’insegna del relax e della tranquillità; ma per chi, invece, lo vive veramente e ci lascia il cuore allora potrà dire di essere affetto dal cosiddetto “Mal d’Africa” e poter ripetere ciò che l’autrice de “La Mia Africa” ha scritto: “Eccomi qui, è questo il mio posto”.

A cura di Luigi Del Gaudio