Il Madagascar: l’hortus conclusus dell’Africa Orientale
C’è un’isola a largo delle coste dell’Africa orientale, famosa per la sua biodiversità, unica al mondo. Distante una decina di ore di volo dall’Italia, il Madagascar, è da poco sulle rotte turistiche mondiali, come uno dei paradisi di chi ama lanatura selvaggia e ancora intatta.
Il primo contatto con la terra malgascia, si ha grazie alle centinaia di resort cresciuti negli ultimi anni nella vicina isola di Nosy Be, situata nella parte nord-occidentale dell’isola.
L’isola è nel complesso molto bella e verde, per gran parte coltivata ad ylan-ylang, pianta dai fiori profumati ed utilizzata per le essenze. Tutto il territorio di Nosy Be, purtroppo stato preso d’assalto da orde di turisti europei che hanno contribuito a renderla più finta rispetto alla cultura e alla natura presente sull’isola grande.
Una delle maggiori attrazioni dell’isola sono i lemuri, animali indigeni, dall’aspetto molto particolare e molto socievoli con gli esseri umani. Una delle prime escursioni da fare, infatti, è proprio quella a Nosy Komba, dove, dopo circa un’ora di viaggio, si arriva nell’isola dove si trova una riserva di lemuri semi-addomesticati, nel senso che sono liberi e si arrampicano sugli alberi, ma sono anche molto curiosi e ghiotti di banane.
Altra destinazione che assolutamente è necessario visitare, è Nosy Iranja; si tratta di due isole che durante la bassa marea sono collegate da una lunga striscia di sabbia bianca le quali saranno ricoperte, nel momento in cui la marea si alzerà.
A nord di Nosy Be, vi è la spiaggia di Andilana, una tra le più belle dell’isola dove è possibile fare un tuffo nella turchese acqua dell’Oceano Indiano e, una volta usciti, godersi un mercatino di prodotti artigiani acquistabili a rezzi stracciati.
Spingendosi verso altri luoghi meno inflazionati dell’isola, si può sicuramente fare un salto, o un tuffo per meglio dire, nel Mer d’Emeraude; attraversare questa laguna di mare turchese con le barche a vela è uno spettacolo imperdibile.
Non lontano dalla laguna, nell’interno dell’isola, vi è il parco delle Montaigne d’Ambre. Per arrivarci è necessario attraversare Joffreville, un’antica cittadina di militari francesi: un insieme di scheletri di palazzi dei primi del ‘900 abbandonati convive con una natura rigogliosa che piano piano li sta inglobando. Cosa dire di questa parte del Madagascar? Si spera solo che non vengano costruiti troppi alberghi di lusso e che questa parte della terra malgascia non venga presa d’assalto da orde di turisti.
Alla fine è d’uopo esprimere un pensioro su questa terra “selvaggia e forte”, allora è meglio affidarci alle parole di Gerald Durrell: “Il Madagascar è come una omelette mal rivoltata nell’Oceano Indiano, al largo della costa orientale dell’Africa, dalla quale è stata strappata milioni di anni fa. Come tutte le buone omelette, ben rivoltate o meno, l’isola è piena di cose ghiotte”.
A cura di Luigi Del Gaudio