Il Riccardo III di Mendes seduce Napoli
Prima italiana e due atti da vivere quelli del Riccardo III di Shakespeare diretto da Sam Mendes, spettacolo in lingua inglese che ha chiuso il Napoli Teatro Festival 2011 venerdì 14 e sabato 15 ottobre al Teatro Politeama in via Monte di Dio. Il deforme Riccardo di York vivacizzato dal carisma di Kevin Spacey spinge il fratello re Eduardo IV, interpretato da Andrew Long, a credere alla profezia secondo la quale la sua discendenza verrà detronizzata da una G, per far così imprigionare il loro fratello Giorgio duca di Clarence, erede diretto al trono. Riccardo lo fa uccidere da due sicari sotto le luci suggestive disegnate da Paul Pyant.
Lo tragedia è iniziata da poco e lo spettatore non saprebbe già definire da quanto, anche grazie alla semplice ma calamitante scenografia di Tom Piper. Una tinozza d’acqua per compiere un delitto, o un letto simbolo di prigionia, sono funzionali al perimetro scenico composto unicamente da porte attraverso cui gli attori irrompono dallo sfondo con emozioni e mondi nuovi. Come nei capitoli di un libro, i personaggi presentano gli antefatti del famoso dramma inglese, dove i conflitti di interesse al termine della Guerra delle due Rose, ben si presta a paragoni con l’età contemporanea. La compagnia Old Vic ne racconta le metafore. La piece sponsorizzata da The Bridge Project e prodotta da The Old Vic, BAM and Neal Street ha un cast inglese/americano tra cui spiccano, oltre il già citato attore due volte premio Oscar, Kevin Spacey, la splendida Maureen Andermann nei panni della Duchessa di York, Haydn Gwynn in quelli della regina Elisabetta, Chuk Iwuji in quelli del Duca di Buckingham, Gemma Jones la Regina Margherita e Chandler Williams George il Duca di Clarence. Il Riccardo di Spacey ottiene la mano di Lady Anna interpretata dalla deliziosa Annabel Scholey, che seppure lo detesti, viene poi conquistata dalla sua conturbante dialettica, proprio come il pubblico che, soggiogato e sedotto da trovate sceniche umoristiche, simpatizza con il malefico e deforme Riccardo per tutto il primo atto. Rullo di tamburi e il palco è come sfondato nel secondo atto, in cui la storia si evolve e si fa di sangue – perché – dice Spacey – Riccardo è invidioso, rabbioso, guerrafondaio: tutte caratteristiche che lo accostano a un qualsiasi dittatore contemporaneo. E allora“Tomorrow in the battle think of me[…]despair and die!”continuerà la sua conquista nei teatri di tutto il mondo.
Anita Laudando