Il trionfo di Dior. Stupisce ed ammalia la nuova collezione della maison francese
Christian Dior è tornato,abbiamo sentito la sua mancanza fin troppo in questi mesi.
Dopo l’ultima,piuttosto deludente,collezione, Bill Gaytten ha dato il meglio di se con pizzi e trasparenze hanno fatto innamorare anche i più restii.
Una collezione trasparente,cristallina,dove l’organza in seta ha sottolineato ogni sovrastruttura e misteriosi segreti.Il talento c’è e si vede.
Lo stilista capo,inglese,che non ha mai preso il posto di John Galliano nella maison più famosa del mondo, è rimasto stabile e testardo al suo posto mettendosi a servizio dello stile e dell’eleganza.
La diafania mette in contrasto un gioco,filmico,di mescolanze black\white nelle quali non manca,e non stonano i ricami finemente dettagliati con cuciture in pizzo e merletti.Le ampie gonne e lo stile aristocratico ha fatto si che lo spettatore e l’amante venisse catapultato in un mondo principesco(alla Grace Kelly per dirla tutta) dove la fase REM tocca la catarsi.
Beige,nero,bianco,rosa,viola questi i colori che hanno fatto da padroni ad una collezione degna di inchino.Fiocchi e tulle incorniciavano una sciabolata di eleganza e nobiltà.
Una collezione che non ha niente a che vedere,quindi,con quella precedente.Stroncata dai giornalisti che speravano di abbattere Bill Gaytten,che invece rimboccandosi le maniche e respirando forte,ha permesso la nascita di tanta bellezza che sfiora la genesi dell’estetica per eccellenza.
Gaytten ha impacchettato e portato a casa i complimenti di Sidney Toledano,amministratore delegato nonchè presidente della maison Dior. E a chi gli chiede se fosse ancora alla ricerca di un direttore creativo risponde con un secco”Bill è qui,il suo lavoro,come avete visto,è meraviglioso comunque…”
John Galliano è ormai un ricordo lontano,anche se le sue creazioni rimarranno per sempre impresse nella memoria delle amanti di Dior. Lo stile barocco che portava in passerella era al limite dell’insuperabile.
Limite che,a quanto pare,è stato non solo superato ma anche doppiato.
E poco importa se Marc Jacobs aveva declinato la proposta di Dior di diventare il nuovo direttore artistico,la maison non ha bisogno di altre figure pesanti,perchè in una squadra con dei sogni e del talento le categorie sono solo formalità.
Elisabetta Rasicci