Imaginaria Ipogenia
Dinamismo, psichedelica cromia, assenza di prospettiva e impressionismo contemporaneo s’imprimono su carta fotografica e danno vita a “Imaginaria Ipogenia”, la personale di Massimiliano Lattanzi, in mostra presso la Galleria Monteoliveto fino al 31 marzo. (infoline 081 19569414 – www.galleriamonteoliveto.it – galleriamonteoliveto@gmail.com). Ai lavori di “Imaginaria”, una serie di esposizioni multiple stampate su Archival Mat ad alta grammatura tutti di grande formato – già in mostra a Venezia nel 2005 presso la Sala Goldoni di Palazzo Zorzi -, che vede l’ambiente lagunare assumere caratteristiche lunari e i colori sparire rendendo il paesaggio vagamente onirico, si affiancano le creazioni di “Ipogenìa”, una serie di gallerie sotterranee illuminate, riprese in lunga posa mentre l’artista era a bordo di qualche treno, prodotto di una ricerca sperimentale che ha dato vita a lavori d’altissimo profilo in cui ciascuno, immediatamente, individua un (s)oggetto a lui caro. Un’esperienza suggestiva che Christian Iorio ha perfettamente descritto nel corso della sua presentazione inaugurale: «l’opera di Lattanzi è coinvolgente, nei suoi lavori lo spazio e il tempo si annullano fino a rendere la fotografia simile a un tratto impressionista; e anche lui sparisce, così chiunque guardi si trova a leggere nelle sue creazioni qualcosa di intimo e unico». Un lavoro di cura, attenzione e ricerca «dove il movimento segue lo sguardo e viceversa, in un’eco infinita che fa arrivare stavolta agli occhi la magia di un’emozione lontana nel tempo e nello spazio. Una sperimentazione che -spiega l’autore- va avanti parallelamente ad altri progetti, in un perenne e produttivo work in progress». Un continuo labor limae, ma anche una spasmodica serie di progetti in perenne divenire che offrono al pubblico un’esperienza artistica straordinariamente personale; il più grande talento di Lattanzi, infatti, oltre alla produzione di creazioni tanto speciali, consiste nell’epurazione di ogni dettaglio che ricordi l’artista, così da renderle nuove e personalizzabili sempre, sebbene la sua cifra stilistica resti chiara e inequivocabile. Vincente, ancora una volta, si rivela la scelta di Chantal Lora di ospitare negli spazi all’11 di piazza Monteoliveto un ciclo di cinque diverse personali di fotografia, aperto proprio con “Imaginaria Ipogenia”, «è giusto dare spazio a questo “settore”, nel mondo è già consolidato, ma in Italia ancora incapace al decollo e allo sdoganamento artistico/critico, ecco perché scommettiamo sui nostri artisti, e sui progetti innovativi e quelli di Massimiliano -sottolinea Lora- lo sono». L’innovazione di spogliare le reti e la laguna del caldo tramonto per restituire una suggestione quasi piatta, ma proprio per questo ancora più coinvolgente e appassionante, si accompagna a questo progetto delle gallerie che ha un fare futurista, che sembra un manifesto d’avanguardia, che pare una macchia di Rorschach messa lì per suggestionare l’osservatore, e invece è un preciso scenario geometrico che accoglie nelle sue misure perfette tutta l’emotività umana.
Rosaria Morra