INGRID BETANCOURT : MEMORIA DI UN MESSAGGIO DI SPERANZA.
Ingrid, figlia di un ex ministro dell’educazione e di una ex senatrice, nasce a Bogotà, dove si diploma presso l’istituto Sciences Po. Sposa un compagno di studi, insieme hanno due figli e vivono in Francia, in quanto suo marito è un diplomatico francese.
Nel 1989 decide di far ritorno in Colombia. Dal 1990 lavora presso il ministero delle finanze, da cui si dimette per intraprendere la carriera politica.
Nella sua prima campagna elettorale distribuisce preservativi, presentando la sua candidatura come un “preservativo contro la corruzione”.
Viene eletta nella Camera dei Rappresentanti nel 1994 e lancia un proprio partito politico. Nel 1998 si candida senatrice.
Dopo queste elezioni, Ingrid scrive un libro di memorie dal titolo “La rabbia nel cuore”.
Nel 2002 la Betancourt, candidata alle elezioni presidenziali della Colombia, chiese di visitare la zona smilitarizzata per incontrarsi con le FARC. Richiesta non concessa.
Vistasi negare il supporto governativo, Ingrid decise di recarsi in tale zona via terra.
Il 23 Febbraio 2002 fu fermata dall’ultimo posto di blocco militare prima di entrare nell’ex zona smilitarizzata e fu trattenuta da uomini della FARC che la tennero in ostaggio.
Nonostante il sequestro, il suo nome rimase in lista per le elezioni, raccogliendo meno dell’1% dei voti.
Nelle prime trattative le FARC chiesero la formalizzazione di uno scambio di prigionieri: 60 ostaggi politici contro la liberazione di 500 uomini delle FARC detenuti nelle carceri colombiane.
Inizialmente l’amministrazione del neo-eletto presidente escluse ogni trattativa e spinse per un’azione di salvataggio basata sulla forza, respinta dai parenti di Ingrid e di molti altri ostaggi, temendo brutali reazioni da parte delle FARC consapevoli della presenza dell’esercito nella loro zona.
Nell’Agosto del 2004, il governo pone alle FARC una proposta formale di liberare 50-60 prigionieri in cambio degli ostaggi politici e militari, non accettata immediatamente in quanto non prevedeva la possibilità ai prigionieri rilasciati di decidere di tornare a militare nelle file delle FARC.
Solo il 2 luglio 2008 è stata resa la notizia della liberazione di Ingrid Betancourt, avvenuta a seguito di una operazione condotta dalle forze dell’esercito colombiano.
E’ questa l’amara vicenda di una donna sottoposta ad umiliazioni, “legata ad un cappio come un animale” – come lei stessa afferma – trascinata per l’accampamento in cui era tenuta in ostaggio, tra le urla di vittoria del resto della truppa. Una donna testimone e vittima del peggio. Una donna che grazie alla fiducia ed alla scoperta di una insospettabile forza ce l’ha fatta ed oggi può essere per noi memoria di un messaggio di speranza.
A cura di Flavia Sorrentino