L’amaro sapore della vendetta

Cara Rossella,

ho deciso di vendicarmi ! Un uomo che ho perdutamente amato, a cui ho dedicato preziosi anni della ROSSELLA 1mia vita, a cui ho regalato affetto e amore, a cui ho già perdonato infinite umiliazioni e sofferenze, mi ha definitivamente abbandonata per un’altra con cui da tempo mi tradiva. Ha distrutto i miei sogni, i miei desideri, la mia femminilità. Mi ha illusa, riempita di sporche bugie, trattandomi come una “cosa” da prendere e abbandonare a suo piacimento, mi ha fintamente amata, sporcamente usata, lasciandomi senza nessuno scrupolo, nel modo più abietto, nel momento più brutto della mia esistenza perché mio padre è finito da poco. L’ha passata liscia troppe volte ed io mi sento piena di rabbia sia per i torti subìti che per i tradimenti. Vorrei che patisse il doppio delle mie pene, dei miei dolori! Tutte le umiliazioni  e i dispiaceri che mi ha inflitto adesso io immagino ricadino su di lui, e il solo pensiero di saperlo sofferente, ammalato, senza soldi, senza speranze, mi fa stare bene. Dammi un consiglio su come iniziare a vendicarmi.

Ada

Mia cara Ada,

hai scelto la persona sbagliata per un consiglio e, secondo me, anche la usare la vendetta come “terapia” è un mezzo sbagliato. Devo rivelarti una cosa che ho compreso dopo molto penare e dopo innumerevoli considerazioni sulla “vendetta”…Non ti dico di concedergli subito il perdono…Non ci riusciresti, anche se ciò, acquietando la rabbia, ti regalerebbe un po’ di distacco e di serenità. Ma ti esorto a non trovare quella crudele voglia di riscatto che danneggia te per prima, quell’impulso di violenza che cagiona danni specialmente in te che la provi. Rifletti, mia cara lettrice : se tu produci in lui un dolore o gli infliggi una pena, allevi la tua disperazione? Guarisci? Ti distacchi definitivamente dal pensiero morboso della sua assenza? No, non è così. E se vuoi star bene l’unico mezzo non consiste nella vendetta, che ancora  a lui ti unirebbe , ma l’allontanamento, il “non “ pensiero. Questa rinuncia alla vendetta non significa necessariamente perdono, ma eliminare la sua ingombrante presenza dai tuoi prossimi orizzonti di vita e poter guardare con ottimismo e fiducia a ciò che devi costruire per te, per la tua serenità. Elimina il rancore, l’odio e volta pagina…Spezza il legame  che ti unisce ancora a lui! Non rimanere prigioniera di ricordi, amarezze, bugie. Oltretutto non avresti nemmeno la freddezza ed il controllo necessari per non lasciarti coinvolgere emotivamente…Inoltre le “fantasie” necessarie all’attuazione della vendetta, sono solo rabbia repressa, inquietudine, e divengono dannose quando raggiungono un punto critico che sfocia nella patologia, nella ossessione, nell’ aggressività, nella frustrazione. Rivaluta te stessa alla luce di tutte queste considerazioni e non abbassarti al livello di chi ti ha fatto del male.

Rossella Argo

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