L’Italia trionfa alla Mostra del Cinema di Venezia

La 70° edizione della Mostra del Cinema di Venezia, appena conclusasi, ha portato molta fortuna all’Italia che si è portata a casa ben tre premi, tra cui il Leone D’Oro, il premio più ambito della manifestazione.

RITA 1In particolare, l’importante riconoscimento è andato al documentario “Sacro GRA” di Gianfranco Tosi che, dopo quindici anni dall’ultimo Leone D’Oro andato a Gianni Amelio con “Così ridevamo”, è stato premiato dalla giuria di Venezia presieduta da Bernardo Bertolucci.

Una storia di emarginazione e violenza quella che ha trionfato al più celebre delle manifestazioni cinematografiche, “Sacro GRA” racconta, infatti, di una periferia, quella posta al di là del Grande Raccordo Anulare di Roma, in grado di toccare l’anima e rendersi umanamente presente.

La violenza al centro anche del film “Via castellana Bandiera” di Emma Dante che è valsa la Coppa Volpi femminile ad Elena Cotta, protagonista di una trama incentrata sulla violenza psicologica e nei panni di un’integerrima donna albanese.

Il terzo premio andato all’Italia riguarda Orizzonti per la miglior regia conferito ad Uberto Pasolini per “Still Life”.

Non si può negare che il concorso appena terminato abbia confermato, ancora una volta, la qualità del cinema italiano in termini di contenuti ed interpretazione.

RITA 2Ed è il leit motiv della violenza a prendere la meglio, in quanto, tra gli altri premi assegnati di maggior valore, è bene annoverare la Coppa D’Argento al film “Miss Violence” del greco Alexandros Avranas e la Coppa Volpi maschile attribuita al suo interprete Themis Panou, nei panni di un violento gestore di un bordello, tra suicidi e pedofilia.

Tuttavia, non sono mancate le prime critiche all’assegnazione dei suddetti premi, nonché la delusione per non aver visto il riconoscimento di alcuni film dati per favoriti: ma, come in ogni competizione che si rispetti, al voto della giuria si affiancherà l’opinione del pubblico nelle sale, considerato tra i giurati più temuti.

a  cura di Rita Marsico