La Cina: dalle stalle alle stelle
L’economia cinese, gradualmente cresciuta a macchia d’olio e in un colpo reintegrata nel mercato mondiale, è ormai protagonista dell’economia internazionale. Il successo cinese è impressionante e quasi inspiegabile. Sebbene gli altri paesi siano consapevoli che la tecnologia cinese non è aggiornata agli standard mondiali, che le sue infrastrutture sono arretrate rispetto a quelle di un Paese moderno e che la sua burocrazia è pletorica, caratterizzata, cioè, da un basso livello di efficienza, non si può sottovalutare la nascente potenza cinese.
Una parte cospicua del successo della Cina deriva da Hong Kong ed è stata mediata dalla creazione di nuovi mercati: mercati di capitali ma anche di prodotti industriali ed agricoli.
La chiave di svolta del decollo cinese ha avuto inizio con l’attuazione del piano di riforma economica di Deng Xiaoping del 1979. Traendo lezioni da piccoli Paesi vicini, questi e i suoi colleghi, hanno tratto strategie migliori in quattro campi: economia, politica, amministrazione e mercati finanziari. Tale riforma ha quasi eliminato quel tasso altissimo di povertà in precedenza nota dominante della realtà cinese.
Addirittura, agli inizi degli anni 80, più di cento milioni di cinesi dovevano sopravvivere con un reddito annuo inferiore al costo di un buon pasto a New York e inoltre sviluppatissimo era il fenomeno della “famiglia con un solo paio di calzoni”: cioè ogni singola famiglia aveva i vestiti sufficienti per un solo membro. Tipicamente l’uomo portava i calzoni per il lavoro dei campi durante il giorno, mentre la donna restava in casa nascosta e poteva indossare i pantaloni solo la sera. In alcuni casi addirittura gli abitanti poveri creavano l’illusione di un abito annerendosi il corpo con la carbonella. Oggi, invece le cose sono ben cambiate, basta guardare le centinaia di attività commerciali made in China attive sul nostro territorio e non solo.
A questo punto non ci resta che riflettere e rispondere ad un interrogativo decisivo per il futuro della nostra economia: è opportuno guardare all’economia cinese come ad una nemica o ad un modello dal quale attingere criteri e strategie?
Concetta Vernazzaro