La Cina parla e Monti ascolta
La pressione fiscale è cresciuta di due punti e fra qualche anno giungerà al 50 %. Il rapporto tra pubblico e privato non è più così iniquo come magari prima si immaginava. Quattro manovre affermatesi con lo scettro tecnico di tecnici che rivendicano , sul piano storico a questo punto, il ruolo di mediatori tra due ere : il passato burrascoso e corrotto e il futuro oracolo politico che, molti sperano, sia interpretato quanto prima. Quattro manovre, si diceva, rappresentative di un arduo compito: far quadrare il bilancio. Il governo tecnico dei tecnici (specie tutt’altro che in estinzione) è così convinto di star facendo cose che, nelle condizioni in cui l’Italia versava, non sarebbe stato possibile fare e così, con un bel piede sul freno e l’altro sull’acceleratore , con una prima marcia e con un po’ di retromarcia, il bilancio dovrebbe quadrare. Invero, il reale e tragico problema, sarebbe quello di scorgere un bilancio per poi incorniciarlo. Eh si, perché con i chiari di luna che l’Italia si ritrova subire occorre davvero tanta e tanta pazienza. Il tutto , lo sapevamo, lo ammettiamo, non era facilmente risolvibile. Sapevamo che i tempi erano duri e anche molto lunghi, ma non si pensava di certo che gli stipendi delle “arene” fossero più folti delle parrucche e che rimanessero tali nonostante tutto. Monti, nel frattempo, va in Oriente. L’Asia , a quanto pare, dovrebbe insegnarci qualcosa e dovrebbe aiutarci a far funzione il flipper italiano dell’economia. Le speranze di una congiunzione allietano il professor Monti, entusiasta di una stretta economica tra la Cina e l’Italia. Beh, sdrammatizzando, si potrebbe scorgere qualche sostanziale differenza tra due onorevoli nazioni : la Cina ci elargisce pensieri di speranza e l’Italia, pian piano, a furia di manovre positive e negative la sta perdendo.
Francesca Morgante