La CocaCola cambia ricetta
Chi non conosce la storia della Coca-Cola? La “Coca-Cola” fu inventata dal un farmacista statunitense John Stith Pemberton nel 1886 ad Atlanta. Lo scopo era inizialmente quello di alleviare il mal di testa. Il primo nome che venne dato alla bevanda fu “Pemberton’s French Wine Coca”; in quanto rappresentava una variazione del cosiddetto “vino di coca” (o Vin Mariani), una miscela di vino e foglie di coca creata dal farmacista còrso Angelo Mariani. All’alcol venne in seguito sostituito un estratto delle noci di cola, una pianta tropicale reputata non dannosa per la salute. Dall’uso combinato dei due ingredienti principali, la coca e la cola, la bibita acquisì il nome attuale.. Nonostante la scoperta, Pemberton accumulò forti debiti e per 2.300 dollari vendette formula e diritti della Coca-Cola ad Asa Candler, uomo d’affari che aveva intuito il potenziale della bevanda.
Ad oggi la ricetta della Coca-Cola resta un segreto, eppure sembrerebbe che per evitare l’obbligo di segnalare elementi giudicati cancerogeni nei suoi coloranti, la Coca-Cola sia costretta a cambiare ricetta.
Il tutto avviene in California, dove il composto 4-methylimidazole, colorante contenuto nella bevanda, è stato inserito nella lista delle sostanze in grado di provocare il cancro. La compagnia di New York ha così modificato la formula segreta riducendo la presenza del colorante e determinando un cambiamento nel colore della bevanda.
In realtà, come precisa la stessa Food and Drug Administration americana per raggiungere il livello cancerogeno di 4-methylimidazole bisognerebbe bere oltre mille lattine al giorno. Eppure l’azienda ha preferito modificare la ricetta piuttosto che scrivere sulle lattine del rapporto tra il colorante ed il cancro.
Per ora il cambio di ricetta è avvenuto solo in California, anche se a breve dovrebbe estendersi in tutto il mondo. Staremo a vedere se davvero la bevanda più famosa del mondo arriverà a cambiare colore o se lo manterrà riducendo la quantità di 4-methylimidazole nei suoi coloranti al caramello.
A cura di Alessandro Amitrano