La Direttrice d’Orchestra della mia testa
Coltivo la passione per la poesia da oltre quarantanni , dai tempi della scuola media quando scrivevo sui diari o su qualsiasi pezzo di carta mi capitasse a tiro. Inizialmente mi sembrava un gioco annotare le mie emozioni e per gioco probabilmente ho sottoposto all’editore la mia prima raccolta di poesie, che ha dato i primi riscontri. Ho potenziato il mio interesse probabilmente anche per riempire l’iniziale vuoto familiare da colmare a causa della separazione da mio marito, per il quale avevo sempre vissuto celandomi dietro la sua ombra. Ho preso tutto il coraggio ed ho iniziato a vivere da sola e ne è nato un percorso autobiografico.
Ho scritto, ho scritto, ho scritto per elaborare un lutto interno di rabbia e tristezza ed è stato un percorso che ad un certo punto si è illuminato da solo, era la poesia che adesso rincorreva me.
Ho ideato un progetto di scrittura creativa che ho fatto viaggiare nelle scuole Puteolane ed ho sollecitato i ragazzi ad elaborare testi poetici, andando oltre il progetto e stabilendo con loro sentimenti di amicizia e collaborazione reciproca. Ho tratto da questa esperienza momenti magici che mi hanno arricchita e soddisfatta accrescendo una parte di me che agli altri prima era sconosciuta: la mia vena artistica.
Ho sentito l’esigenza di correlare la poesia con altre arti, fino a creare degli spettacoli che mi hanno dato un ritorno di emozioni forti. Dapprima schiva mi sono relazionata in modo naturale con tante persone, aprendomi nuove strade e nuovi modi di vedere le cose che mi circondavano. Tutto questo ha assorbito gran parte del mio piccolo spazio di tempo libero, affinando varie mie tecniche.
Ho imparato a vivere dentro di me empaticamente le emozioni di persone che mi si raccontavano. Non avevo inizialmente nel pormi al pubblico una grande gestualità ed una giusta mimica facciale, questo mi fu fatto notare anche da mia sorella della quale ho grossa considerazione, perché mi ha sempre dato dei giusti suggerimenti ,ma pian piano tutto è scivolato in maniera naturale, riuscendo anche a catturare l’attenzione modulando la mia voce e dando importanza al messaggio corporeo. Ho migliorato il contatto che avevo con la natura ed ho utilizzato i miei sensi per spaziare e respirare tutte le sensazioni benefiche che traevo da questa mia esperienza ottenendo maggiore sicurezza. Mi sono lanciata in situazioni dove mi si sono aperte nuove frontiere, meravigliandomi io stessa di salti nel vuoto che non sapevo a quali traguardi mi potessero portare. Ho migliorato i rapporti con le persone che mi circondano, relazionandomi sempre più in maniera ottimistica e garbata verso il prossimo.
Collaboro con giornali e nel frattempo ho scritto e pubblicato altri due libri e mi cimento a pubblicare il quarto e non mi stanco mai.
Partecipo a manifestazioni a scopo benefico nel campo medico e sociale, ottenendo anche il coordinamento in abito culturale letterario e poetico di concorsi indetti. Ho presentato, organizzato manifestazioni inerenti la poesia. Sono diventata la voce di donne che hanno subito violenza fisica e psichica. Spesso quando si coltivano le proprie passioni però c’è un prezzo da pagare e coloro che ti circondano, che non vivono il tuo stesso desiderio non possono comprendere. Tutta la mia vita è una storia scritta pagina per pagina e voluta da me fino in fondo. Trascorro molte ore allontanandomi dal mondo perché sono una pignola che ama preparare e fare bene le cose che ama. Ho giocato in tutto ciò in prima persona sempre con il mio nome e cognome senza essere nell’ombra di nessuno e resta in me una certezza che testardamente sono l’unica direttrice d’orchestra della mia testa.
A cura di Luisa de Franchis
A briglie sciolte
Ho viaggiato con te
sperando di poterti ritrovare,
ma guardando nel profondo dei miei occhi
gli sguardi non erano per me.
Lenta è scesa in me la notte
nella luce che cercavo
nell’amore che speravo ancora
ancora una volta.
E’ stato come vedere un quadro
che non è dipinto più con gli stessi colori
con frammenti di ricordi
che non si possono riattaccare
ed è così che non ti riconosco più.
Non so cosa mi ha spinto a ritentare
ma ero in un vortice
che ti toglie l’equilibrio
ed è stato come annegare.
Non posso riaccogliere la tua anima
perché non ricordo più com’è il suo odore.
Adesso guardo solo il futuro della nostra continuità
che forse ancora sperava
in quel nostro magico ricordo.
Oggi sono una carrozza senza ospiti
e mi rivedo in quel cavallo
che sciolte le sue briglie
si allontana sempre più da te