La diversità
I numerosi traguardi raggiunti dall’uomo nel campo della scienza e della tecnica, spesso non sembrano andare di pari passo con una sua appropriata evoluzione mentale. A tutt’oggi esistono difatti ancora delle realtà, evidenti, considerate tuttavia inconcepibili e per questo inaccettabili agli occhi di molti. È impensabile che una donna possa occuparsi di un figlio esclusivamente da sola, che una persona anziana si iscriva all’università o, nella peggiore delle ipotesi, che un uomo ami un altro uomo. Il perché degli stati di fatto ormai presenti da qualche tempo nella vita sociale di ogni singolo individuo siano ancora così poco integrati nel tessuto quotidiano è da ricercarsi, probabilmente, nella costante presenza di tradizioni fortemente radicate sul territorio, di vecchie credenze e, soprattutto, di cattiva o scarsa informazione. Una conoscenza inadeguata genera, difatti, tutta una serie di problemi di comunicazione, che spesso compromettono una chiara comprensione reciproca. Nel caso specifico dell’omosessualità, un’idea completamente alterata della realtà degli ultimi anni, non ha fatto altro che peggiorare una visione già distorta dall’ignoranza della situazione. In una società che giudica l’essere umano quasi sempre secondo un’etichetta e mai nella sua interezza, essa viene considerata a tutti gli effetti una malattia, una sorta di dipendenza dalla quale, tuttavia, non si può guarire e che perciò priva chi ne è affetto di un proprio posto nella comunità. La mancata integrazione di tutte quelle persone definite “diverse” dipende, quindi, da una continua persistenza di rigide convenzioni sociali, che provocano un inevitabile senso di smarrimento, di coloro che si considerano normali, nei confronti di una condizione che non gli appartiene e che sono incapaci di accettare. Eppure, non bisognerebbe mai dimenticare che ogni individuo, nella sua speciale singolarità, è comunque diverso da un altro e che non esiste, dunque, un modo d’essere migliore o peggiore né tanto meno una giusta forma di amore, a dimostrazione del fatto che qualsiasi tipo di condizione umana, diversa o normale che sia, ha i suoi alti e bassi e i suoi momenti di tristezza e di felicità.
Rosamaria Cinquegrana