La galleria Monteoliveto ospita le suggestioni fotografiche di Josè Gallego e Luigi Montefoschi
Fino al 13 ottobre la galleria Monteoliveto ospita le suggestioni fotografiche di Josè Gallego e Luigi Montefoschi, protagonisti con le loro opere dell’inaugurazione della nuova stagione espositiva dello spazio di piazza Monteoliveto 11 (infoline 08119569414 – www.galleriamonteoliveto.it – galleriamonteoliveto@gmail.com). L’evento, che rientra nel Progetto Personale 5, pone l’accento sui diversi tagli visivi dei due artisti: lo spagnolo, infatti, presenta “Tributes”, «una serie recente con cui omaggio pittori e fotografi -come lui stesso dichiara-, interpretati secondo il mio punto di vista». Lo studio dei grandi Maestri, tanto contemporanei quanto passati, da Dalì a Caravaggio, passando per Hopper, diventa oggetto della sua indagine fino a trasferirsi in foto; ciò che è stato fatto per fare altro, questo il concetto che ha mosso Gallego, tanto da renderlo certosino rapitore di dettagli luminosi e oscuri per riportare nello spazio di un’istantanea la magia e il fascino di una poesia cromatica cui atavicamente l’artista tende. “Dal caos all’entropia”, invece, è ciò che presenta Montefoschi; l’artista italiano, infatti, cerca di epurare la mole informativa per trovare un’estetica gradevole e fruibile: «ho impiegato due anni per capire il senso della mia fotografia al di là delle tecniche sperimentate e utilizzate». Una sorta di provocazione, ma anche un’“ammissione di colpa” nel delicato processo formativo di ogni artista, spesso consapevole di cercare un percorso, una strada, ma ostinato nel non volerlo ammettere. Montefoschi, invece, trova la sua direzione e rende lo spazio finora indagato e il tempo impiegato per farlo come coordinate di una fotografia tanto alienante quanto reale e umana. «Siamo entusiasti di aprire la stagione espositiva con una mostra fotografica perché -afferma Chantal Lora- si tratta di uno sguardo al futuro e al panorama internazionale, sempre più interessato a quest’arte e sempre più impegnati nella sua fruizione a più livelli».
Rosaria Morra