La moda ad Aversa: cultura, tradizioni e società

Moda: ‘Modo corrente del vestire e dell’acconciarsi, legato ad una determinata epoca e al gusto di una determinata società.’ Come interpretare la moda ad Aversa? L’aria e l’atmosfera condizionano nettamente la nostra maniera di agire moda 2e di essere, le movenze di una donna traggono le proprie origini da una delicata educazione di base ma sono anche la risultante di una spiccata e innata sensibilità che scaturisce dall’interno. La moda comincia con l’apparire mediante la brama di esternare quanto di meglio la nostra indole palesa. E allora, perché abbiamo citato Aversa? Andiamo alle sue origini. Città dalle cento chiese, prima Contea Normanna del Meridione, attuale sede del Tribunale di Napoli-nord, sede di due Università e chi più ne ha più ne metta. Un surplus di emozioni che necessitano un buon contenitore di idee, dove l’estro possa unirsi all’intelligenza, tutto per ricondurci ad un ingentilimento di animi che senz’altro può costituire il pretesto per ritornare alla quintessenza del bello. Verrebbe naturale chiedersi: come fare? Si sta già facendo, non mediante un condizionante agire ma rigenerando e rivalutando quelle strutture ormai considerate del tutto fatiscenti, ridonando un abito d’onoreai ‘signori’ monumenti, ritinteggiandoli di una luminosità notevole al fine di concedergli il lusso di perpetuare nell’essere e nell’esistere. Tutto ciò è anche moda. Aversa fu fondata da Rainulfo Drengot, un condottiero normanno, moda 3intorno al 1030. Un Drengot a ‘spot’ di Aversa, un grande mercenario ma senza vero padrone. Da qui la stravolgente ubiquità aversana, il suo passo biunivoco spesso sconcertante, la sua incapacità d’incamminarsi verso un percorso univoco. Gli individualismi che superano il senso della collettività. Le Associazioni provano ad imbattersi ad assolvere problematiche insieme: c’è chi più strimpella, chi più ci tiene a primeggiare, ma il passo in avanti è visibile. I monumenti nel frattempo stanno a guardare, divenendo cupi dinnanzi ad un abbandono, riverdeggiandosi qualora investano su di loro. E la magia diviene realtà. La santità a cui tutti noi cristiani tendiamo si evidenzia attraverso la vita di personaggi come San Paolo, patrono di Aversa, che da persecutore dei cristiani si convertì in campo di battaglia. Un’inondazione di interiorità. Questo vive la moda aversana. Da poco più di due anni i giovani normanni godono ‘la movida’ notturna nei meandri del Seggio, una delle più importanti stradine storiche, di forma radiocentrica perché utilizzata come forma strategica di deviazione del nemico in periodi bellici. Dalla movida aversana salticchiano acconciatore sui-generis, short alla grande, trucchi abbinati secondo il trend, tutto a ritmo di musica. Sintesi di partenza di uno stralcio di fashion aversano.

A cura di Ilaria Rita Motti