LA PIAGA DELL’INDIFFERENZA
Cara Rossella,
giorni fa camminando per strada ho visto una giovane madre in ginocchio su dei cartoni che chiedeva l’elemosina mostrando la foto di un neonato malato. Poco oltre una donna col le gambe malformate chiedeva anch’essa aiuto. Proseguendo ne ho incontrati ancora tanti, ognuno con la sua storia, ognuno col proprio dolore e quasi tutti rassegnati nel vedere che ormai quasi risultano invisibili perché molti di noi, probabilmente stanchi di queste continue situazioni,tende a non fermarsi, a non voler vedere, a non aiutare. Il problema peggiora quando questa apatia, questa indifferenza colpisce chi assiste ad uno scippo, ad una rapina oppure chi, pur vedendo una persona cadere o colpita da malore non la aiuta o, peggio di peggio, quando un parente,un amico,una persona cara che amiamo o abbiamo molto amato, finge di non accorgersi della nostra presenza. Tutte queste situazioni sono motivo di profonda sofferenza e mi accorgo che l’indifferenza sta dilagando, contagiando molti di noi.
Francesca
Cara Francesca,
hai ragione, la ferocia dell’indifferenza non vuole e non ama repliche e contro repliche perché agli insulti, alle provocazioni si può reagire, si può dibattere, mentre l’indifferenza si subisce e basta. L’indifferente si salva sempre, é immune dall’esser giudicato col suo terribile silenzio a cui non c’é risposta, non esiste reazione. Com’ é vero che non esiste cosa più dolorosa e devastante del suscitare indifferenza, specialmente se ciò proviene dalle persone che ami e per le quali non rappresenti più nulla, per le quali non esisti piu`.Nella Bibbia leggiamo che ignorare l’altro equivale ad ucciderlo. Infatti i peccati peggiori sono quelli di omissione cioè non fare qualcosa quando dovrebbe esser fatta. E allora interroghiamoci “quante volte cadiamo in questo peccato di omissione?”. Oppure quante volte fingiamo di non vedere, non capire, voltando il viso dall’altra parte, ignorando un grido di aiuto, evitando anche una parola di coraggio o di sollievo che non costa nulla? L’indifferenza é la più alta forma di egoismo e la società ne é piena. Indifferenza verso chi chiede l’elemosina oppure chi non interviene per aiutare qualcuno che si trova in difficoltà e ancor peggio poi chi gira le spalle ad un amico che ha bisogno di aiuto e coraggio anche solo con una stretta di mano, un abbraccio o una parola di conforto. Spesso siamo impauriti e vigliacchi perché non sappiamo come gestire qualcosa oppure temiamo per noi stessi e ci allontaniamo codardi, continuando la nostra esistenza fingendo, spesso anche con noi stessi, di non aver compreso che in quel momento era necessaria la nostra collaborazione, forse perché quel modo di impegnarsi non fruttava a noi qualcosa o perché ritenuto superfluo alla nostra esistenza o pericoloso. E quando la coscienza “parla” ci giustifichiamo dicendo che in effetti, fingendo di non aver visto, nulla abbiamo fatto di male… Ma é proprio quel “nulla” a gravare sulla coscienza, quel “non aver fatto niente”. In questo modo é una scusa del nostro essere vile, del nostro auto assolverci, mettendoci l’anima in pace. Se riflettiamo, l’indifferenza é peggiore dell’odio, dell’astio, della rabbia che, pur essendo sentimenti negativi e distruttivi, implicano un minimo di interessamento. L’indifferenza fa più male della cattiveria perché non considera l’altro, non lo “riconosce”. L’indifferente pensa solo a continuare la sua vita e basta , quasi perseguendo un meschino istinto di sopravvivenza che però non porta a niente. Un atteggiamento squallido che però non rende consapevoli di una cosa: arriverà implacabile il giorno in cui non si riceverà aiuto e si verrà ignorati come quelli che sono stati allontanati dalla nostra indifferenza.
Rossella Argo
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