La poesia religiosa
La poesia religiosa
Si è affermata principalmente in Umbria nell’XI secolo in concomitanza del periodo della nascita della lirica italiana.
E’ tipica della religione cristiana ed è composta da una metrica semplice con ripetuti ritornelli e con essa si esprime la fede.
Tra i massimi esponenti della sua affermazione ritroviamo due umbri: San Francesco D’Assisi e Iacopone da Todi.
La Chiesa tra il XII ed il XIII secolo attraversò una profonda crisi data dal temporalismo dei papi (il Papa oltre ad essere sommo Pontefice della Chiesa Cattolica era anche sovrano dello Stato Pontificio) e dai conflitti stessi con l’imperatore. I fedeli apparivano disorientati e non perseguivano più i modelli della spiritualità e povertà. Sorsero molti movimenti eretici: i Patari nati nelle chiese medioevali atti alla lotta contro il consumismo del clero e la simonia, acquisizione di beni spirituali in cambio di denaro ed i Valdesi che predicavano senza il consenso del clero ed i Catari che sostenevano l’esistenza della forza del bene e del male e questa corrente si sparse a macchia d’olio. Questi movimenti eretici vennero combattuti con le crociate e con la creazione di ordini monastici per la divulgazione e predicazione delle sacre scritture. Furono creati l’Ordine Domenicano rappresentato da San Domenico, l’Ordine francescano fondato da San Francesco D’Assisi. San Francesco era figlio di un mercante d’arte ma si spogliò di tutti i suoi averi fondando il suo ordine e visse senza agi combattendo la corruzione del clero. Era un uomo severo ed energico ed anche provocatorio, in quanto non riuscendo a stabilire il giusto dialogo con la borghesia che non ascoltava le sue prediche, parlava agli uccelli. Con la sua opera “Il Cantico delle Creature” nella sua stesura soddisfa sia i credenti che gli atei. E’ una preghiera cantata ed in essa c’è la prima testimonianza di un rigo musicale in un antico manoscritto dell’opera. La lingua cantata risultava un volgare umbro con una prosa ritmica.
Al mio sole
Per me è stata solo l’angoscia di un momento
per un triste presentimento.
Ti ricorderai però di quel giorno
e di quante ce ne siamo fatte di risate
quando ci dicevi
che la tua capigliatura si scombinava al vento
e non c’era nessun capello in movimento.
Ti ricorderai
Poi tutte le giornate che hai affrontato,
sempre con il sorriso sulle labbra,
con la tua solita ironia
che ci teneva in armonia.
Mi ha stupito la tua capacità
con cui hai superato questa avversità.
Quanto coraggio hai che non conoscevo
e hai sconfitto quel che più temevo.
Nelle tue vene ha viaggiato una mistura,
che è la cosa che fa più paura.
Ed ha girato fino in fondo
e poi ha distrutto
per poi far rinascere una vita
che sembrava aggredita.
Non ci sono spiegazioni naturali,
quando la forza sconfigge tutti i mali.
(Luisa de Franchis)