La quarantena e la “povertà”
di Mimmo Falco
Le dichiarazioni rese dal Premier Conte, dopo circa quaranta giorni di blocco di quasi tutte le attività commerciali ed industriali del nostro Paese non lasciano nessuna speranza. Tutto o quasi resterà immutato, fermo, immobile. Certamente la pandemia dovuta al Sars-Covid19,è stata una tragedia senza pari per tutto il mondo. Ma quando potrà resistere una comunità come la nostra all’isolamento sociale, senza avere la speranza di poter tornare ad una vita quasi normale.Molte fasce sociali non hanno più la forza di fronteggiare l’emergenza economica. Esse sono sconosciute agli istituti di statistica, perché é come se non esistessero, parliamo dei lavorati in nero, quelli che per vivere ” si arrangiano” tutti li conoscono ma nessuno li tiene in considerazione.Il garzone del supermercato, il banconista della salumeria, il facchino che carica le casse di acqua,la giovinetta che fa la sciampista o la manicurista, la commessa di un negozio di abbigliamento o di scarpe il lava macchine, ed ancora centinaia e centinaia di micro-realtà lavorative che campano senza avere nessun tipo di assistenza-sociale o previdenziale.Tutti per lo Stato non esistono!!! Valgono le statistiche,gli studi degli andamenti delle borse, il valore dei titoli azionari.Così non si può andare avanti.Per avviare la fase della ripresa occorre prima di ogni altra cosa tutelare le fasce deboli, sostenere con misure immediate ed adeguate chi ha realmente bisogno con forme di contribuzioni economiche tangibili,eliminando ogni forma di burocrazia-parassitaria.Un Governo che chiede al Popolo ancora sacrifici, deve avere l’obbligo morale di guidare la Nazione verso il futuro,mettendo in condizione tutti di poter vivere, altrimenti invece di una radiosa alba vedremo un cupo tramonto che oscurerà per anni le possibilità di sviluppo dell’Italia.Mimmo Falco