La Sanità Pubblica in crisi

Liste d’attesa più lunghe, reparti chiusi “I tagli smantellano la sanità pubblica”

I risultati è quanto emerge dal  Rapporto Pit Salute 2010, elaborato da Cittadinanzattiva-Tribunale del malato sulla base di 23.524 segnalazioni. Aumentano anche gli errori sanitari, soprattutto in oncologia e ortopedia. Strutture inadeguate, pochi posti letto e pronto soccorsi ingolfati: un anno per una mammografia Otto mesi per una visita urologica, 15 per la moc e un anno per una mammografia. Attese insostenibili anche al pronto soccorso, dove gli utenti passano ore senza sapere quando potranno vedere il medico. Crescono le denunce di diagnosi sbagliate e terapie inadeguate per i malati di tumore, ma anche quelle delle troppe disattenzioni del personale sanitario. Questi dati allarmanti sono contenuti nel sae3Rapporto Pit Salute 2010, elaborato da Cittadinanzattiva-Tribunale del malato sulla base di 23.524 segnalazioni. Emerge un’immagine di un sistema sanitario pubblico in crisi, dove il “risparmio” colpisce la qualità dei servizi. Il rapporto parla dell’anno “Dei diritti al taglio”, periodo dove le politiche economiche, sociali e sanitarie adottate finiscono per smantellare il welfare. Saltano i livelli essenziali di assistenza. In questo contesto i livelli essenziali di assistenza, di fatto, secondo il rapporto non sono più certi, ma “possibili”. Le lamentele sull’accesso ai servizi sono quasi raddoppiate (dal 5,5% del 2009 sale al 9,5% nel 2010). Le principali difficoltà riguardano il ridimensionamento dell’offerta e prestazioni e i conseguenti costi sostenuti privatamente dai cittadini. Aumentano le tariffe delle prestazioni (44,8%), ma anche i tempi di attesa (32,1%) e a volte manca completamente il servizio per la chiusura del reparto o della struttura (23%). Errori medici e trascuratezza. Aumentano anche gli sbagli dei camici bianchi. L’area di oncologia è al primo posto nella classifica dei presunti errori diagnostici (erano il 27,6 nel 2009 e sono diventati 29,3% nel 2010), seguita da ortopedia (erano il 14,8% nel 2009 e sono diventati 17,2% nel 2010). Raddoppiano le segnalazioni di malpractice: le disattenzioni del personale sanitario erano il 5,8% nel 2009 e sono diventate il 12,9% nel 2010. Esempi di trascuratezza sono l’infermiere che lascia il farmaco sul comodino, senza controllare che venga assunto, il malato esposto a lungo alle correnti d’aria o i letti senza sbarra di protezione.
faTempi lunghi. Fra i motivi di maggiore scontento degli utenti ci sono le liste di attesa, con una crescita dell’1% rispetto al 2009. Si aspetta in media un anno per la mammografia, anche 15 mesi per la moc, 10 mesi per la tac. In generale, l’attesa è lunga soprattutto per gli esami diagnostici (52,6%, +2,1% rispetto al 2009), le visite specialistiche (28,2%, +0,2% sull’anno precedente) e per gli interventi chirurgici (19,2%, in diminuzione rispetto al 21,5% del 2009).
Esami e visite impossibili. Sono soprattutto gli esami diagnostici dell’area oncologica, che dovrebbero seguire il criterio dell’urgenza, quelli per i quali si aspetta di più. Le segnalazioni sono pari al 18,2%, seguono la ginecologia ed ostetricia (circa 16% delle segnalazioni) e la cardiologia (al 14,4%). Tempi lunghi anche per le visite specialistiche, le attese aumentano in oculistica (nel 2009 al 15,5%; nel 2010: 19,7%), in cardiologia (dato 2009: 8,2%; dato 2010: 10,1%) e odontoiatria (dato 2009: 8,4%; dato 2010: 10,1%).
Peggiorano le condizioni igieniche. A tutto ciò si aggiunge un peggioramento delle condizioni igieniche delle strutture, con segnalazioni passate dal 43,4% al 46,9%. Aumentano anche i casi di strutture fatiscenti che passano dal 20,2% del 2009 al 27,5% del 2010. Crescono enormemente anche le segnalazioni da parte dal personale che lavora in ambienti a rischio (soprattutto personale infermieristico) a contatto con pazienti infetti, dal 3,2% del 2009 all’8,5% del 2010.
In difficoltà la rete dell’emergenza. A soffrire più di altri settori è la rete dell’emergenza-urgenza negli ospedali. Il dato relativo cresce dal 29,8% registrato nel 2009 al 41,4% nel 2010.  Ma i pazienti si lamentano anche delle dimissioni: il dato sale infatti dal 23,8% del 2009 al 35,1% del 2010. Raddoppia la percentuale delle segnalazioni sui ricoveri (46,4% nel 2009, 23,5% nel 2010). I cittadini, in sostanza, considerano insufficienti i servizi ospedalieri e difficili le modalità d’accesso.
Critica infine anche la situazione del pronto soccorso, “bocciato” per le lunghe attese (trasporto in ambulanza (29,4%, +19,3% sul 2009) e per la scarsa trasparenza nell’assegnazione dei codici (28,5%).

A Cura di Elia Fiorillo