LA SOCIETA’ NELLA SCUOLA
Abbiamo parlato qualche giorno fa dell’Istituto superiore Galileo Galilei di via San Domenico a Napoli, e della disponibilità della preside prof.ssa Concetta De Iuliis ad ospitare il gruppo dei Cavalieri del Tempio di Salomone per l’excursus storico incentrato nel periodo del Medioevo e soprattutto sui valori dei Cavalieri e l’importanza di quegli esempi: audacia, onestà, fratellanza tra i componenti la società.
Continuiamo all’interno di questo percorso in cui, taluni Istituti, si adoperano per i giovani al di là dell’insegnamento ministeriale, oltre il dovuto apporto dell’insegnante all’allievo, invertendo i tempi, per cui la società entra nella scuola.
I giovani vengono proiettati nella realtà “esterna” pur rimanendo in una situazione di controllo e di sicurezza, ovvero nella sede scolastica.
Questo avviene nell’Istituto Sacro Cuore di Corso Europa in Napoli, per volontà dei Presidi e la partecipata attività dei docenti.
In particolare l’apprezzato professor Botti, insegnante di Italiano, ha anticipato, il sostanzioso intervento di Autorità, intavolando con modo piacevole e incisivo l’argomento del “cyberbullismo” detto anche “bullismo on line”, per i mezzi d’uso.
Argomento di cui si sente parlare poco rispetto all’entità del fenomeno, in quanto taluni non riconoscono una corresponsabilità, creando terreno fertile alla diffusione della “graminacea”.
Ebbene in questa Scuola si è approfondito l’argomento con scientifica professionalità, lasciando spazio alle domande dei ragazzi, restringendo la dimensione alla vulnerabilità.
Nel teatro del Sacro Cuore, il Tenente Colonnello Giorgio Manzi del Reparto Analisi Criminologiche di Roma dell’Arma dei Carabinieri e il suo gruppo, ha spiegato partendo dall’etimologia della parola, come si estrinseca il bullismo e quindi ha dato gli elementi per riconoscerlo e far fronte all’evenienza.
Attenendoci all’insegnamento profuso dal Tenente Colonnello, il cyberbullismo è una forma di aggressione e violenza da parte di giovani, in media adolescenti, che ha luogo in Rete secondo i nuovi sistemi di comunicazione.
Bullismo proviene da bullyng , significa infastidire, come può infastidire l’opera di una zanzara. Chi? Una persona. “Persona” in latino dal verbo personare per-sonar: parlare attraverso, indicava la maschera utilizzata dagli attori teatrali dell’Antica Roma, per assumere le sembianze del personaggio che interpretavano.
“Persona” quindi come rappresentazione, come personalità, quindi non genuità ma recita.
Il bullismo è un conflitto dietro la maschera.
E’ un atteggiamento tra il ridicolo, il prevaricatorio e l’infastidente, che è costruito intorno a più azioni separate.
E’ un fenomeno relazionale, in quanto il bullo agisce in seno ad un gruppo.
E’ un fenomeno cum plicum per rimanere nei termini latini e cum plectum, complicato e complesso.
Al bullismo c’è una propensione per quella parte che riguarda il temperamento, fattore naturale, ma intervengono anche fattori esterni come l’esperienza e tutto cio’ che con il temperamento costituisce il carattere.
Il Tenente Colonnello Manzi, ha parlato del “bullardo” espressione che risulta dalla contrazione di bullo e codardo, soggetto misero, impaurito, in quanto non riesce a ottenere successo e stima utilizzando le proprie capacità e la propria volizione.
La sua condizione di “inferiorità” produce rancore contro chi gli fa rabbia, rancore che sfocia in aggressività e desiderio di prevaricazione attraverso cui trova sollievo.
Nei rapporti con l’altro sesso è intimorito anche se paventa successo. Tendenzialmente non si cura della propria igiene.
Questi alcuni degli elementi caratterizzanti il bullo.
Non si può parlare di vera e propria malattia ma certamente è un fenomeno sociale deviante e pericoloso soprattutto se non lo si conosce e non lo si mette a conoscenza di chi deve intervenire. Il deterrente è portarlo allo scoperto, in quanto il bullo, di fronte alle autorita’: Forze dell’Ordine, Magistrati ha paura, perchè costretto a togliersi la maschera.
Nel silenzio che nega l’esistenza del problema, proliferano violenze e inquietudini, mentre si affermano egoismi patologici.
Comunicare sul e il fenomeno, creare un rapporto di scambio tra le Istituzioni, le Autorità e la Società civile, è portare luce negli angoli bui dell’insidia, e’ offrire ai nostri figli maggiori garanzie nella crescita.
a cura di Brunella Postiglione