La Società Italiana di Piscicoltura alla Gaiola
Nel 1873 la casetta sulla Gaiola, ampliata e rimaneggiata, divenne sede della Società Italiana di Piscicoltura, società in accomandita semplice fondata da Luigi de Negri, il quale aveva acquistato l’isola nel 1871 ed avuto in concessione dal demanio per svilupparsi una attività di Itticoltura una vasta superficie di mare di circa ottanta ettari, comprendente anche i ruderi affiorati dalle antiche costruzioni romane, avanzi del porto e della villa Pollione. La società possedeva quaranta battelli ed una discreta attrezzatura da pesca. Fra i suoi ambiziosi progetti vi era quello di “far sparire dalla pesca delle nostre acque l’uso di quei metodi irrazionali e l’impiego delle reti distruttrici sostituendovi i metodi e gli strumenti che la scienza di oggi addita come i migliori”. Nel’assemblea del 3 magio 1874 il direttore de Negri riferiva di aver avviato trattative con un gruppo di banchieri inglesi che avrebbero dovuto garantire il raddoppio del capitale sociale e degli introiti dell’azienda. Ma l’auspicato intervento dei finanziatori non vi fu e gli ambiziosi progetti del de Negri “naufragarono”. Misteriosamente , così come era nata, la Società Italiana di Piscicoltura alla Gaiola, dopo pochi mesi, dichiarò fallimento.