La Tunisia ieri, oggi e domani
I tunisini oggi hanno alto il senso del dovere e lo abbiamo potuto ben constatare nella volontà dei giovani a lavorare per il loro futuro che è poi il futuro della nuova Tunisia nata dalla Rivoluzione del Gelsomino del gennaio 2011. La capitale Tunisi più vicina a noi per le tradizioni comuni con il sud Italia affascina immediatamente il visitatore con i suoi magnifici palazzi antichi concentrati nella medina, il centro storico della città arabo-musulmana che dagli anni Sessanta sta proseguendo l’opera di restyling grazie alle famiglie della borghesia, che ritornano a vivere in centro ed ai privati che intendono recuperare il suo patrimonio storico e culturale. Nel souk della medina, dietro la moschea Zitouna, si può trovare un ambiente tipico tunisino, ricco come è di pezzi di antiquariato della migliore tradizione artistica locale, al ristorante Dar El Jeld, ricavato in un magnifico palazzo del ‘700. Qui si possono provare sei tipi di cous cous e piatti quasi dimenticati come la trippa di agnello o dolci cremosi a base di pistacchio o datteri mentre a fine pasto sarà servito, come da tradizione, il tè alla menta con pinoli. C’è anche un pezzetto della nostra Sicilia, nei pressi del souk delle erbe. Nel palazzo Dar Bach Hamba, costruito da dignitari religiosi e gestito oggi dalla fondazione Orestiadi di Gibellina in provincia di Trapani, è collocato un museo permanente di arti decorative con lo scopo di valorizzare la comune tradizione artigianale e artistica della Tunisia e della Sicilia.
Non si può arrivare a Tunisi e non visitare il Museo Nazionale del Bardo, facilmente raggiungibile perché collocato nel sobborgo di Le Bardo a quattro chilometri circa a ovest dal centro. Il museo è stato da poco oggetto di un totale restyling, che ha consentito la sua completa fruibilità con i sei nuovi padiglioni che si sono aggiunti a quelli esistenti. Si tratta del museo archeologico più antico dell’Africa, potendo contare sulla più importante collezione del mondo di mosaici romani. Si possono qui ammirare scene mitologiche, religiose, ludiche o riguardanti la vita quotidiana, originate dalle sapienti mani di artisti africani. Tra questi lavori spicca “Perseo libera Andromeda”, scena evocata da Ovidio, opera rilevante per il magnifico effetto creato tra luci ed ombre; “Venere alla toilette” dove appare la dea per metà nuda che regge in una mano i propri capelli e nell’altra uno specchio, mentre due Amorini le portano una collana e dei gioielli. Per quanto riguarda l’emblematico ritratto di Virgilio tra le muse: Clio e Melpomene, in atto di scrivere l’Eneide, questa importante opera è collocata a tutt’oggi nelle nuove sale, ma non in una posizione preminente. Le collezioni provengono dai diversi siti archeologici della Tunisia e prevalentemente erano adibiti a decoro delle sontuose ville dei ricchi cittadini romani dell’Africa. Naturalmente il Museo del Bardo, ricorda il direttore del Museo Soumaya Gharshallah, è il fiore all’occhiello del Paese nordafricano e va tutelato con la coscienza e l’orgoglio necessari che contraddistinguono il popolo tunisino nei riguardi del proprio patrimonio nazionale. Le opere d’arte delle quattro religioni che si sono susseguite in questo paese fanno sì che il museo non sia solo noto per i mosaici ma anche per i reperti archeologici che raccontano la storia millenaria della Tunisia. La democrazia per cui il popolo si è battuto deve far accettare le differenze e questo è un percorso che deve essere insegnato ai giovani.
Il Governo sta facendo la sua parte sia all’interno del Paese che nell’immagine che vuol dare della nuova Tunisia all’estero, iniziando dai suoi valori più autentici che si possono ritrovare nella cultura.
E la cultura non si discosta poi tanto dal turismo non a caso «i punti essenziali dell’offerta turistica – ha affermato il Ministro del Turismo Tunisino Jamel Gamra nell’intervista rilasciataci – intendono potenziare non solo il balneare, ma soprattutto il culturale, il benessere la talassoterapia, lo sport golfistico, il Grande Sud con le oasi del deserto del Sahara ed il turismo archeologico». Non a caso già nell’incontro avuto a maggio a Roma con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Massimo Bray, l’Italia e la Tunisia hanno deciso di sviluppare un turismo “triangolare” che porterà a visitare entrambe le bellezze storiche di Roma e di Cartagine attraverso pacchetti turistico-culturali combinati da presentare nel 2015 a Milano in occasione dell’Expo. E questo significa che il mercato italiano per la Tunisia è prioritario e sempre di più si vuole rafforzare e sviluppare. «Noi contiamo sempre di più – ha detto il Ministro Gamra – nell’aumento degli italiani così da confermare in ogni periodo dell’anno un trend in crescita di arrivi dall’Italia. Per noi resta prioritario il mercato classico proveniente dall’Europa, anche se questo non ci impedisce di guardare ai mercati turistici emergenti, come la Cina ed il Giappone ed ai mercati africani che scelgono il nostro Paese principalmente per il turismo sanitario.
«Per poter ritornare ai dieci milioni di turisti di prima della rivoluzione – ha detto Jamel Gamra – ci vuole una nuova strategia, basata su elementi fondamentali come la ristrutturazione e il miglioramento della funzionalità del settore alberghiero, al fine di rafforzare la sua competitività e la sua capacità di posizionarsi nell’industria turistica mondiale». Il Programma di Aggiornamento Albergatori Istituzioni ( PMNH ), che è un’iniziativa del Governo per migliorare la qualità dei servizi, prevede investimenti per la riqualificazione in corso di 113 strutture alberghiere con una capacità totale di 57.000 posti letto, che rappresentano il 45% della capacità nazionale fruibile, per un investimento complessivo di 512 milioni di dinari (oltre 1,1 mld di euro), quattro milioni di dinari per progetto (1,8 mln di euro). Il turista che sceglie il Nord della Tunisia non ha allora che l’imbarazzo della scelta potendo optare tanto per i siti archeologici come Cartagine, Dougga, El Djem, Boulla Regia, Sbeitla, Utica, che andare alla ricerca delle strutture migliori per rigenerare il corpo con la talassoterapia nelle spa degli alberghi, come il Regency (www.regencytunis.com), sito nell’elegante quartiere La Marsa di Tunisi, un hotel di lusso a cinque stelle a pochi passi dal mare immerso in una lussureggiante vegetazione con ben tre ristoranti pronti a deliziare il palato, da quello tunisino “Halfaouine”, al tailandese “White Elephant”, all’ italiano “L’Olivéro”, dove il ricco menù presenta i piatti tipici della nostra cultura gastronomica, grazie all’impegno dello chef Adel Ben Salem.
Per chi è appassionato di mare Tabarka, a 175 chilometri da Tunisi, rappresenta il meglio con la sua costa del corallo. La città, vicina alla frontiera con l’Algeria, dispone di un aeroporto internazionale, che si aggiunge a quello di Tunisi – Cartagine, dove fanno scalo i più importanti vettori e naturalmente la compagnia aerea di bandiera “Tunisair”. Da ricordare che operano da Napoli anche voli diretti per Tunisi, che appena in un’ora collegano Capodichino all’aeroporto di Tunisi – Cartagine.
Si tratta di un’apprezzata stazione balneare conosciuta sia per la lavorazione del corallo che per l’industria del sughero. La natura qui ha raggiunto lo splendore più autentico con un litorale dove si alternano grandi picchi rocciosi e lunghe spiagge di sabbia fine che portano ad un’ acqua trasparente, che invita ad andare alla scoperta dei suoi fondali ricchi di vita. Sul promontorio si staglia il forte di Tabarka (costruito dai Genovesi nel XV secolo), dalla cui sommità si possono ammirare le colline verdi e la costa, a partire dall’insenatura caratterizzata dalle Aiguilles, le caratteristiche rocce simili ad aghi. A Tabarka c’è una ricettività notevole con seimila posti letto che vanno dall’una alle cinque stelle e i ristoranti dove si può trovare pesci di ogni tipo appena pescati sono tantissimi. Tanto per citarne uno il Ristorante Barberousse è specializzato per i frutti di mare dove Nabir si fa in quattro per accontentare ogni richiesta. «Da noi – dice Anouar Boukhari, commissario regionale del turismo di Tabarka e di Ain Draham – si viene perché si ama la natura, che mette a disposizione ventisei chilometri di coste di una bellezza incredibile e nell’entroterra una foresta di eucalipti che degrada dolcemente verso il mare. Il futuro del turismo di questa città è l’ambiente e vale la pena di scoprire le molteplici piante diffuse nella zona interna come quelle officinali, peraltro presenti solo qui, e che attirano un gran numero di appassionati italiani di botanica». Il commissario Boukhari ci ha presentato l’ interessante progetto “Tabarka Millennium”, che nei prossimi anni porterà delle grosse novità, come una teleferica che non stravolgerà
l’ambiente. Il progetto prevede un finanziamento di 250 milioni di euro di capitale privato per la ristrutturazione del porto, la costruzione di una zona residenziale che prevede anche un palazzo dei congressi con mille posti a sedere e la realizzazione di una zona industriale con aziende che opereranno solo nel settore elettronico-navale, quale supporto agli yacht. Un po’ più a sud – ovest è da visitare il sito archeologico di Dougga, Patrimonio dell’Unesco che si erge da tempi immemori su una collina, in quella che era una delle aree più importanti dell’antica Numidia. La città, che conobbe la fase di splendore sotto il dominio cartaginese, oggi mostra all’attento visitatore i reperti antichi del Campidoglio, delle terme di Licinio, della Piazza dei Venti, dell’Anfiteatro, dell’arco di Alessandro, delle mura numidiche, del Mausoleo di Massinissa, dei templi di Caelestis, di Saturno e di Minerva. Una guida, che da 45 anni accompagna i turisti, il quasi ottantenne Chemithi Moed Arbi, ci ricorda come sia stata meravigliosa questa città ai tempi dei Romani. Altro sito archeologico di notevole interesse è quello antico di Bulla Regia. In questo sito sulla strada che da Tabarka porta a Tunisi, sono da vedere le abitazioni romane, che hanno la caratteristica unica al mondo di essere parzialmente interrate per sfuggire alla calura estiva. Fra le case ipogee di Bulla Regia, un ruolo di primo piano è senza dubbio da attribuire alla cosiddetta Casa o Tempio di Amphitrite. Questa definizione le deriva dagli splendidi mosaici che abbelliscono i pavimenti di alcune camere ipogee e in particolare uno spettacolare mosaico che raffigura la dea Amphitrite nota anche come Venere. «Purtroppo dal ’72 – ci dice la giovane guida Amel – sono fermi gli scavi e degli 80 ettari del sito, solo il 20% è visibile. C’è intanto un gruppo di italiani e americani che lavorano qui dal 2009, ma solo per la conservazione di quanto è stato ritrovato».
Dunque il turismo culturale è la chiave di volta per l’allungamento della stagione turistica in Tunisia. Per Abdel Malek Behiri, responsabile dell’Ente del Turismo Tunisino per il Centro Sud Italia che, con il prolungamento della stagione a dieci mesi all’anno, si potrà consentire ai tour operator italiani di predisporre ulteriori itinerari tematici per coloro che vogliono andare alla riscoperta del prestigioso passato.
a cura di Harry di Prisco