La verità
Era diventata una donna giusta
su una strada giusta
per averne scelte tante sbagliate.
Nel disegno
lasciava il libro del passato
per ricreare un presente
senza più pagine strappate.
Ed in lei
Vi era racchiuso un albero robusto
con tutto l’amore ritrovato
pieno di complicità e futuro
e la verità
Era solo nella sua testa
(Luisa de Franchis)
Salvatore Quasimodo
Uno dei maggiori esponenti dell’ermetismo poetico italiano fu Salvatore Quasimodo. Nacque a Modica il 20
agosto del 1901. Appassionato della lirica greca tradusse molti testi classici. Con la sua famiglia si spostò
frequentemente a causa di continui trasferimenti paterni nelle stazioni ferroviarie in qualità di
capostazione.
Tra i suoi primi componimenti “Al padre” che scrisse nella città di Messina che fu colpita da un terremoto e
successivamente da un maremoto. Frequentò l’Istituto Tecnico –Matematico-Fisico di Palermo. Fondò il
“Nuovo Giornale Letterario” dove pubblicò le sue prime poesie. Successivamente si trasferì a Roma dove
frequentò la facoltà di ingegneria, ma abbandonò gli studi per le precarie condizioni economiche. Studiò
greco e latino e venne assunto dal Ministero dei Lavori Pubblici come geometra al Genio Civile.
Trasferitosi a Reggio Calabria scrisse la lirica “Vento a Tindari”, “Acque e terre” che aiutarono il poeta al
passaggio dalla sua condizione di solitudine a confronto con luoghi e persone
Tra il 1930 ed il 1942 allacciò numerose amicizie letterarie, tra queste figure celebri ritroviamo Eugenio Montale, Arturo Loria. Alessandro Basanti. “Oboe Sommerso” fu la sua chiara inclinazione verso la corrente ermetica “Letteratura”. Tra le sue poesie che più suscitarono e suscitano interesse c’è “Ed è subito sera”. Nel periodo fascista scrisse “Vangelo Secondo Giovanni”, “Catullo”, “Giorno dopo Giorno”, “Il falso ed il vero verde”, a testimonianza della sua solitudine umana ed incertezza e “ La terra impareggiabile”. Altre sue poesie “Acque e terre”. Nella poesia “Alle fronde dei salici” descrisse tutto il suo stupore alla guerra.
Nel 1959 conseguì il Premio Nobel per la Letteratura.
Nel 1968 ad Amalfi fu colpito da un ictus che lo portò alla morte il 14 giugno del 1968 a Napoli, le sue spoglie sono custodite al Cimitero Monumentale.
Luisa de Franchis