LA VOCAZIONE

Cara Rossella,

mio fratello frequenta l’ultimo anno di medicina ed ha espresso il desiderio di entrare in seminario dopo la laurea. Lo sconforto dei miei genitori non è immaginabile. Mia madre, pur essendo credente, si aaa 1dice seriamente preoccupata, per non parlare poi di mio padre, convinto anticlericale. Non posso negare che questa decisione ha mandato in crisi tutta la famiglia, pensando anche che mio fratello, operando questa scelta, non potrà mai avere una sua famiglia, dei figli e quindi quei nipotini tanto desiderati dai miei genitori, i quali hanno investito su di lui molte aspettative. Mio fratello, alla loro reazione, ha asserito di averli accontentati negli studi, dato il loro desiderio di vederlo laureato in medicina, ma ha ribadito che da tempo sta riflettendo sul suo futuro e che la sua vocazione è quella religiosa. Ciò non mi meraviglia perché sin da piccolo ha sempre rivelato buoni propositi spirituali, mostrando a tutti noi il suo esempio di fede e di valori, impensabili per un ragazzo di questi tempi, ma ti confesso che la mia perplessità aumenta di giorno in giorno.

Marta

Cara lettrice,

iniziamo col dire come sia importante fare nella propria vita la scelta giusta, perché sbagliando si va allo sbando e tutto il percorso dell’esistenza segue il primario errore. Inoltre, in questo mondo così pieno di giovani coinvolti in divertimenti poco sani e in tante inutili distrazioni, è necessario molto coraggio per scegliere di non avere legami con le cose terrene, trascurando beni materiali e altre vanità. Ciò per farti comprendere la responsabilità di una scelta del genere, spero ben meditata da tuo fratello, di votarsi a scopi spirituali pur vivendo in un periodo come questo. A tal proposito mi auguro che lui ascolti anche il parere di un buon consigliere spirituale. Per quanto riguarda la vostra reazione ti assicuro che è comprensibile, perché, specialmente i genitori, hanno il diritto di preoccuparsi per il futuro dei figli, cercando di cautelarli da ogni problema, da ogni delusione e sofferenza, senza spesso però comprendere che si tratta di un individuo autonomo, con un proprio percorso di vita e di scelte. Quindi se il desiderio di tuo fratello è fondato, se le intenzioni sono serie, se questa vocazione non è un “capriccio” degli ultimi tempi o inerente a qualche delusione affettiva, penso proprio che in questi tempi complessi, sia un esempio di vita diversa, votata al servizio di Dio. Non sarà un percorso semplice, perché le difficoltà sono tante e molti di loro, se non profondamente convinti e motivati, abbandonano dopo un po’ questa strada; ma prima di pronunciare i voti perpetui trascorrono anni ed in questo periodo di prova, se ci si accorge di non essere idonei, si può tornare indietro senza alcun problema. Ma ti assicuro che se dovesse proseguire, sareste infine tutti orgogliosi di appoggiare il suo esempio, questa scelta insolita forse fra le più sublimi e, dati i tempi, di gran coraggio, maturata non da una crisi mistica ma da una profonda convinzione. Chi è credente sa che nulla può fermare il volere di Dio ed alla fine non c’è cosa più gratificante che scegliere la strada del cuore.

Rossella Argo


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