Le grandi conquiste degli eccellenti vini Italiani attraverso le certificazioni di “Valoritalia”.

Una interessante conferenza ospitata nella sala Belvedere del Regina Hotel Baglioni in Roma ha illustrato i dati dell’attività 2011, dei primi 10 mesi del 2012 e il programma del 2013 di “Valoritalia” dimostrando che anche se c’è crisi il prodotto vinicolo italiano tiene e se è un prodotto di eccellenza e certificato non ha paragoni.

degirolamo2Luigino Disegna, Presidente Valoritalia, nel corso della conferenza stampa ha affermato: ”L’organismo istituzionale “Valoritalia”, nato nell’agosto del 2009 in risposta alla normativa europea sull’obbligo della terzietà nel sistema dei controlli per la certificazione dei vini di qualità ha, nei primi dieci mesi di attività del 2012,  prelevati oltre 35.000 campioni per effettuare le analisi chimico-fisiche ed organolettiche ai fini dell’ottenimento dell’Idoneità alla Denominazione, pari ad Hl 6.527.895.

Sono stati eseguiti controlli su 176 denominazioni (131 DOC e 45 DOCG) con una copertura di circa il 75% della produzione a denominazione del nostro Paese. Praticamente, 8.318.761 ettolitri di vino imbottigliato, vale a dire oltre 1 miliardo di bottiglie da 0,75 litri.
In media una persona su sette del pianeta stapperà una bottiglia certificata da Valoritalia. Inoltre – continua Luigino Disegna – nel corso del 2012 Valoritalia ha allargato la propria compagine sociale ad Unione Italia Vini, mettendo al servizio delle imprese le eccellenze dei tre partner”. Successivamente è intervenuto Ezio Pelissetti, Consigliere Delegato Reparto Regolamentato  che ha detto: “Dal 1 agosto 2012 Valoritalia è chiamata a garantire, nel degirolamo 3rispetto del nuovo piano dei controlli ai sensi del Decreto Ministeriale 14/06/2012, anche l’attività di controllo di 41 vini IGP che rappresentano, secondo i dati delle rivendicazioni della vendemmia 2011, circa il 50-60% della produzione nazionale. Tuttavia  sarà necessario attendere almeno un anno per avere la vera dimensione del settore dei vini a IGT.” Altro intervento di notevole spessore, sulla valutazione dei risultati ottenuti dal nuovo organismo di controllo certificazioni dei vini, con identificazioni di politiche che possa portare lo scenario vinicolo italiano sempre più in alto, è stato quello di  Riccardo Ricci Curbastro Presidente Federdoc che ha sottolineato: “Questa grande quantità di informazioni, rappresenta un autentico patrimonio per i produttori, per i Consorzi di Tutela e per gli altri attori della filiera, indispensabile per la tutela e la programmazione delle DOP e IGP italiane”. Curbastro è stato incisivo sostenendo anche che:”

Siamo riusciti a creare un patrimonio di conoscenze e serietà che deve essere promozionato anche dal nostro governo perchè solo i produttori non riescono a promozionarlo specialmente all’estero così come avrebbe motivo e necessità di essere esposto”. Alcuni suggerimenti anche in forma tecnologica come una documentazione delle etichette, che per ogni singola bottiglia ne racconta le origini, la differenza di quel vino, che non viene fatta solo dalla varietà e dal produttore, come in molti casi oggi accade, ma descrive quella vigna, in quel territorio, con quelle regole produttive, con quel clima, con quel terreno il che è una cosa diversa e tutto questo potrebbe essere visionabile sul cellulare anche attraverso internet inserendo il codice alfanumerico che è sulla bottiglia, sono stati gli elementi che Curbastro ha forniti. Incisivo e determinato è stato  Curbastro anche in merito alle denominazioni e si è espresso dicendo:” Abbiamo troppe denominazioni e ce ne sono alcune che ci siamo inventate perchè ci piace tanto il tocco del degirolamo 6campanile, premesso che non tutti i campanili sono quasi uguali, forse dovremmo fare una riflessione su quali campanili promuovere. Fatta la riflessione sui campanile l’altra riflessione è abbastanza semplice: guardiamo quali sono le denominazioni principali italiane, circa 120 denominazioni  rappresentano già oltre l’85% delle esistenti, ma se andiamo a guardare che quelle 120 hanno un consorzio mentre le altre non ce l’hanno, questo vuol dire che in quelle120 i produttori credono perchè fanno e investono, nelle altre non ci credono fino in fondo o comunque sperano nella sorte dello stellone che da qualche parte sembra che ogni tanto ci accompagni. Io sul fatto che si possa continuare a vivere sperando nello stellone ho smesso da tempo e penso che si debba vivere costruendo il nostro futuro e costruire il futuro implica anche la responsabilità di promuovere le denominazioni. Quando è nata la legge 61 la Federdoc ha chiesto, ed in quel momento avremmo potuto chiedere il contrario e tranquillamente ottenerlo, che i consorzi restassero volontari, questo perchè se non ci si crede è meglio non continuarla quella strada. Penso quindi che in un prossimo futuro qualche denominazione subirà il taglio di Bruxelles che indagherà sulla effettiva presenza delle denominazioni sulla certificazione ed a questo punto cominceremo a ragionare sul fatto che o ci crediamo o forse è meglio non avere le 500 e passa denominazioni”. Infine degirolamo 4il presidente di Federdoc, ha rivolto un appello ai numerosi giornalisti presenti dicendo:”L’Italia è un paese serio, ed è l’unico paese al mondo che conta tutte le sue bottiglie, una per una, gli altri quando lo fanno, con le norme europee, lo fanno a campione, noi le contiamo tutte e vorremmo che tutti lo sapessero”.

Non poteva mancare la presenza della dottoressa Laura Marisa La Torre, direttore dell’ispettorato generale della vigilanza e controllo della qualità, valutazione frodi e tutela del consumatore del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che lungimirante sulla necessità di un organismo, tipo quello che si è realizzato con Valoritalia, spinse il ministro dell’epoca a firmare il decreto nel 2001 per il controllo vini in Italia permettendo alla nostra nazione di partire prima delle altre comunitarie. La Torre ha affermato di poter fare degli elogi a Valoritalia perchè: “ la serietà e la professionalità alla lunga pagano” ed il lavoro da loro svolto mira proprio a questo nell’interesse dell’immagine e della sostanza dei nostri vini. Continuando – La Torre – ha sostenuto: “Sono pienamente convinta del valore delle nostre produzioni di qualità e penso che per i dati di crisi siano una delle poche speranze di salvezza di uscire dalla do girolamo 1crisi. Il nostro alimentare d’eccellenza e parlo di vini come di altre produzioni devono fare da stimolo perchè il nostro Paese possa superare il momento negativo che attraversa. E’ quindi importante che il consumatore trovi una documentazione sulla bottiglia di quello che c’è dentro e del controllo che  ne afferma la validità dei dati trasmessi dall’etichetta e questo al fine della salvaguardia del consumatore e del serio produttore”.

Come è stato però osservato da alcuni esperti presenti alla conferenza,  Valoritalia copre solo il 75%  dei controlli, organizzati in maniera esemplare sui vini italiani, ma occorre necessariamente estendere una totale copertura, del lavoro che quest’organismo svolge, su tutto il territorio italiano.

Giuseppe De Girolamo