Le intriganti storie dell’NBA : quella di Derek Fisher
Recentemente “il Maestro Venerabile ” ( non vi preoccupate , non sto parlando di Licio Gelli … ) ha rinnovato il contratto che lo lega ai Lakers per un altro anno , rifiutando il passaggio ai promettenti Miami Heat , per cercare il terzo titolo consecutivo in maglia gialloviola. Quello di cui ho accennato adesso è solo il presente ma la storia di Derek suscita enorme interesse per chi l’ascolta .
Derek Lamar Fisher nasce a Little Rock in Arkansas il 9 agosto del 1974 ; l’altezza non esagerata ( esattamente come la mia , 1.85 cm ) lo porta a seguire la strada del playmaker, l’unica praticabile nel basket per una stazza del genere. Nel 1996 viene scelto dai Lakers di Los Angeles al draft : qui la sua carriera sarà costellata da enormi successi come i tre titoli consecutivi conquistati col Dynamic Duo Shaq & Kobe e la soddisfazione di aver siglato tiri importanti all’ultimo secondo ( meglio dire all’ultimo centesimo di secondo ! ) come quello contro i San Antonio Spurs nelle semifinali di conference del 2004. Dunque, Fisher diventa famoso per i suoi tiri decisivi, che ne fanno l’arma in più dei Lakers.
Nell’estate del 2004 però nascono i problemi contrattuali di Fisher : a causa dello sfaldamento del roster dei Lakers conseguente all’enorme delusione delle Finals perse per mano dei Detroit Pistons e non potendogli garantire un ruolo da titolare la dirigenza della squadra fa si che lui diventi free agent così da accordarsi con la franchigia dei Golden State Warriors . Sono anni bui quelli di Fisher in questa squadra con l’unica soddisfazione di raggiungere il career high in punti a partita nella stagione 2005-2006. Nel 2006 decide quindi di accordarsi con gli Utah Jazz, squadra che risiede a Salt Lake City; qui si presenta con le stesse caratteristiche di sempre : non un play da doppia doppia in assist e punti ma un giocatore capace di essere utilissimo al gioco della sua squadra e, un ottimo tiratore da 3 punti .
E’ nel 2007 che ” The Fish ” sale agli onori della cronaca : prima della serie di playoff contro la sua ex squadra , i Warriors, lui stesso rivela che uno dei suoi quattro figli è malato gravemente senza scendere nei dettagli . Più tardi si viene a sapere che si tratta della figlia Tatum di 11 mesi , colpita da una rara forma di cancro agli occhi, il retinoblastoma . Così Derek Fisher deve recarsi a New York in ospedale per assistere la famiglia in questa delicata situazione ; a tal punto avverte il suo allenatore Jerry Sloan di metterlo nella lista dei convocati per la gara 2 della serie ma di non poter garantire al 100 % la sua presenza. Nello stesso giorno della fatidica partita Derek chiede il permesso ai medici che assistono la figlia di poter andare a giocare l’importante match a Salt Lake City. Dopo la concessione del permesso prende il volo di fretta e furia e si presenta nel bel mezzo del 3° quarto della partita in borghese provenendo dagli spogliatoi senza essersi nemmeno riscaldato . Si cambia ed entra nel bel mezzo della partita e compie un intervento difensivo prodigioso su Baron Davis verso la fine del 4° quarto consentendo ai suoi di giocarsi la partita ai supplementari . Per chiudere questa performance memorabile in bellezza, segna anche la tripla della vittoria su assist di Deron Williams . I Jazz chiuderanno la loro avventura ai playoff venendo eliminati dai futuri campioni , gli Spurs, nel turno successivo. A fine stagione Fisher sente il bisogno di stare accanto alla figlia malata e di trovare un luogo dove potesse avere le migliori cure .
Così ” the Fish ” decide di ritornare ai Lakers ( a Los Angeles c’è uno dei migliori ospedali statunitensi per quanto riguarda la cura di patologie come quelle che hanno afflitto la figlia ) e di reindossare la mitica maglia numero 2 che lo aveva contraddistinto nella precedente avventura gialloviola. Dal 2007 ad oggi il quasi 36enne Fisher ha aiutato i suoi a partecipare a tre finali nba consecutive e a vincerne due tramite i suoi tiri decisivi . Nel 2006 inoltre è stato nominato presidente dell’associazione giocatori dell’NBA. Dopo gara3 delle finals recentemente vinte dai Lakers Kobe Bryant ha parlato così del suo compagno di squadra : “C’è’poco da dire sulla prestazione di Derek. Lui è il nostro leader in campo e negli spogliatoi, ha sempre una parola d’incoraggiamento per tutti. Io, invece, sono l’opposto. La verità è che Fisher è l’unico compagno che ascolto veramente. Sono anni che giochiamo insieme e da lui accetto qualsiasi critica. Mi può dire quello che vuole, mi può anche mandare a quel paese”. Se ad affermare simili parole è uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi allora si può solo stimare un giocatore come Derek Lamar Fisher.
A cura di Alberto Romano