Le reti
E se poi le mie emozioni
restano imbrigliate tra le reti
ed i pensieri sono bui
alla fine arrivano sempre i colori.
Combattuta tra il freddo
ed il tepore del sole
che scioglie le lacrime
non posso non sentire
l’odore delle fresie a primavera.
Le strade del futuro sono vaste
basta prenderle
(Luisa de Franchis)
Publio Ovidio Nasone
Fu un celebre poeta romano, nacque a Sulmona il 20 marzo 43 a.C. e attraverso le sue opere descrisse la sua vita. Nonostante le pressioni paterne che lo spingevano verso l’orazione, la sua vera inclinazione fu il perseguire la poesia. Viaggiò e visitò Atene, molte città dell’Asia Minore e l’Egitto, soggiornando per un anno in Sicilia. Si dedicò a studi letterari ed ebbe contatti con Orazio, Properzio e Virgilio. Rifiutò i valori della vecchia società romana aprendosi al nuovo. Si sposò per ben tra volte, ma solo il terzo matrimonio fu per lui significativo e alla sua sposa dedicò molti suoi scritti. Cadde in disgrazia e fu esiliato a Tomi cittadina dell’attuale Romania, ma le motivazioni dell’accaduto furono solo costituite da supposizioni. Si pensò che causa del suo esilio derivasse da una relazione illecita intrattenuta con la figlia di Augusto chiamata Giulia Maggiore , oppure da un favoreggiamento compiuto nella relazione tra la nipote di Augusto Giulia Minore con un giovane patrizio Decimo Giulio Silano, o ancora nella scoperta di rapporti illeciti o per aver curiosato nella vita privata dell’imperatrice Livia.Compose opere giovanili ed opere dell’esilio. In “Amores” narrò la storia d’amore per una donna chiamata Corinna, amore visto quasi come un gioco, per non cadere nella trappola dell’infatuazione. Scrisse anche una tragedia “Medea“, “Heroides” 21 lettere scritte da donne e dirette ai loro amanti in una chiave erotico-mitologica.In “Ars Amatorie” descrisse tecniche seduttorie per la buona durata di un rapporto amoroso. In “Medicamina Faciet emineae” propose un’operetta dedicata a cosmetici da applicare sul viso femminile. In metamorfosi” tramutò i personaggi narrati in narranti di vissuti propri e di altri. Scrisse “Fasti” in esilio ed il componimento ebbe interesse storico-religioso.“Imsolumiti” doveva inizialmente essere composto da 12 libri, ma ne scrisse solo 6. In esso descrisse eventi della storia romana inserendo anche gli usi e costumi popolari del tempo. In “Tristia” composta da 5 libri poetici apparve il lamento elegiaco.“Epistulae” fu composta da 5 libri poetici. Ovidio non fece più ritorno in patria e morì intorno al 18 d.C.
(Luisa de Franchis)