L’eco della protesta arriva anche all’estero: solidarietà agli studenti dall’Italia e non
Cari giovani lettori e lettrici di Donna Fashion News, sembra ormai quasi un cliché di questa e tutte le altre rubriche rivolte ai giovani, parlare delle vicende legate al Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, e le sue idee: di cosa avremmo potuto parlare, infatti, se non dell’approvazione della proposta di riforma Gelmini sull’Università?
Una proposta, tra l’altro, tanto controversa e corrosiva per l’ossatura dell’Università italiana, che, forse accorgendosene, la stessa mente che l’ha concepita, al momento del parto, ha preferito optare per l’aborto: arrivati al sodo, giunti alla messa al voto della Camera dei Deputati, l’ha bocciata, anche se ciò non ha in ogni caso compromesso l’esito positivo della votazione.
Tardivo e inefficace scrupolo di coscienza?
Non si è fatta attendere la reazione degli studenti inferociti di tutta Italia, non solo prima ma anche dopo e durante il giorno stesso della votazione, con manifestazioni, cortei, e occupazioni di strutture universitarie, e non.
Emblematici sono gli episodi avvenuti in alcune delle principali città italiane, tanto da essersi guadagnati l’attenzione, e in taluni casi, le prime pagine di molti quotidiani internazionali: il New York Times in apertura di testata ha pubblicato una fotografia degli scontri tra studenti e polizia in assetto antisommossa a Bologna; ma anche BBC, ABC, Wall Street Journal, e persino l’emittente araba Al Jazeera hanno dato risalto all’argomento, proponendo servizi sulle rivolte studentesche e le conseguenti repressioni delle forze dell’ordine, che hanno risposto, tanto per cambiare, adottando la linea dura, con lanci di fumogeni, e distribuendo manganellate a destra e a manca, strumenti poco commisurati rispetto ai lanci di uova e spazzatura napoletani, e alle braccia alzate in segno di non violenza degli studenti che hanno occupato il cantiere del futuro Expo di Milano.
A sottolineare la solidarietà più che lo scontro è invece un episodio che rimane tuttavia nei confini dell’informazione nazionale: a Roma i giovani manifestanti hanno bloccato una delle vie principali del sistema stradale della capitale, e per tutta risposta, gli automobilisti, pur essendo rimasti bloccati in coda per ore, una volta capita l’origine del disagio, hanno iniziato ad applaudire e incoraggiare gli studenti.
Sbrigativa, invece, la risposta del Premier, che ha affermato: “I veri studenti sono a casa a studiare”; ma gli studenti, veri o falsi che siano, non hanno intenzione di fermare le proprie proteste, e nel caso che la proposta superasse anche il vaglio del Senato, la prossima settimana, organizzeranno una trasferta collettiva a Palazzo Madama. Un’altra protesta a livello nazionale è stata inoltre organizzata per il 14 dicembre, data in cui congiuntamente sono fissate anche la concessione della fiducia al governo Berlusconi e le sorti della legge Alfano alla Consulta.
Germana de Angelis