Lo scienziato Mauro Ferrari, ha ricevuto il Dottorato honoris causa in Scienze Biotecnologiche.
L’Università Federico II, nella sua Aula magna storica di corso Umberto I, a Napoli ha vissuto un altro momento storico con il conferimento del Dottorato honoris causa in Scienze Biotecnologiche allo scienziato Mauro Ferrari.Come ha ricordato infatti il Rettore dell’Ateneo Massimo Marrelli: ”per la prima volta un’Università italiana ha attribuito un titolo del genere, di solito si attribuisce un dottorato a un master, ed è un grande piacere e privilegio oltre ad avere il prof. Ferrari fra noi, avere l’onore di essere i primi ad aprire una strada di questo tipo, perchè ovviamente ci sono livelli di scienziati diverso”. Al saluto rivolto dal Rettore Marrelli, ai tantissimi invitati che affollavano la grande aula teatro dell’evento, è seguita l’introduzione alla cerimonia con l’intervento di Giovanni Sannia, ordinario di Biologia molecolare e Presidente della Scuola di Dottorato in Biotecnologie della Federico II. L’attribuzione del Dottorato a Ferrari è stata preceduta dalla Laudazio Accademica espressa dal Prorettore dell’Ateneo Gaetano Manfredi e da Franco Salvatore, Professore Emerito e Presidente e Coordinatore scientifico del Cinge – Biotecnologie Avanzate di Napoli. Il Presidente del Ceige, parlando a termine di un tre giorni celebrativi per i successi ottenuti in dieci anni di vita della società consortile senza scopi di lucro da lui presieduta, ha espresso la sua volontà di continuare i lavori guardando al futuro affermando: «Guardiamo già avanti, e abbiamo ancora tanta voglia di crescere per contribuire ancor più allo sviluppo dei tre settori chiave indicati proprio da Ferrari per la crescita di un Paese: ricerca, economia e formazione, tre settori che possono e devono viaggiare insieme come dimostra il lavoro che abbiamo fatto in questi anni. La Piattaforma di Longevità e la Risonanza Magnetica per gli animali, sono i nostri futuri laboratori che ci impegneranno decisamente».
Infine l’attesissima e veramente interessante, quanto significativa, Lectio Magistralis tenuta da Mauro Ferrari, che ha ricordato le sue origini friulane ed il legame con la Campania citando anche la presenza in sala delle sue cugine salernitane Marcella e Marina e della moglie Paola, ha concluso l’importante giornata di cultura organizzata a Napoli, che come dimostrato anche dagli oratori ha sempre dato tante intelligenze e capacità culturali che in molti casi, come anche per tante menti eccelse che l’Italia ha sempre posseduto e possiede, sono costrette ad andare all’estero per poter sviluppare e divulgare la loro scienza. La cerimonia che rientra nell’ambito delle celebrazioni per il decennale del Ceige, il Centro di ricerca di fama internazionale, diretto dal Professore Franco Salvatore ha offerto l’opportunità a Ferrari, scienziato dedito soprattutto alla ricerca sulle nanotecnologie e nel campo della bioingegneria applicate in medicina, di esprimere anche a Napoli il suo netto dissenso sulla politica italiana di grandi economie applicate ai fondi per la ricerca che danno vita ad un impoverimento di sviluppo dell’espansione del nostro Stivale nel mondo. Ferrari che è il Presidente dello “Houston Methodist Research Institute” Scambi formativi tra paesi stranieri finalizzati al ritorno presso in Italia, scopritore delle nanobiotecnologie e propagatore delle stesse a livello mondiale ha affermato: “E’ una tragedia che l’Italia sia il fanalino di coda in Europa negli investimenti per la ricerca. Soltanto in Texas ho trovato terreno fertile per le mie ricerche perchè gli Stati Uniti sono un Paese che investe moltissimo sulla ricerca e sulla formazione dei giovani, in Italia invece i dati di investimento sulla ricerca raccontano di una Nazione che condanna i propri figli a peggiorare la situazione in cui nascono, perchè non si investe sul futuro. Sono legatissimo al mio Paese e torno in Italia più di dieci volte ogni anno ed ogni volta cerco di esprimere il mio pensiero, ma nulla cambia ansi pur facendo riscontrare agli interlocutori delle vive realtà che vivo necessariamente oltre confine, vengo anche attaccato dalla stampa che non rende così un buona e corretta informazione”. Un pubblico attentissimo ed affascinato dalle parole di Ferrara ha potuto avere anche delle indicazioni dallo stesso sul modello da seguire che utilizza il Centro di Ricerca di Houston realizzando scambi di formazione tra paesi stranieri finalizzati al ritorno presso il paese d’origine. Il modello “Vai e torna” che in Italia è alla base dello sviluppo del Ceinge che collaborando attivamente con l’Istituto presieduto da Ferrari ha reso possibile ai ricercatori napoletani di recarsi a Houston e dopo due anni di ricerche ed esperienze rientrare nella propria sede ed allo stesso tempo offrire la stessa possibilità di tempo e esperienze ai ricercatori texani con la venuta a Napoli e poi il rientro a Houston. Una collaborazione, dice Ferrari che “si muove su una plularità di settori nevralgici per il futuro della medicina, le nanotecnologie, la medicina rigenerativa, ma soprattutto la proteomica per la diagnosi precoce delle malattie che è la vera eccellenza del Ceinge riconosciuta in tutto il mondo”.
Partendo da un excursus di storicità della Federico II con le sue più antiche origini e di tutti i personaggi che non possono essere certamente dimenticati anche se veramente tanti da Celestino Galliani al genio di Federico II, che all’età 30 anni ha fondato la nostra Università, esprimendo un concetto che va senz’altro ricordato di dare spazio ai giovani, fino a giungere ai giorni nostri. “Nulla di più moderno di Federico II – sostiene Farrari – ricordando un motto del poliedrico uomo, miracolo della storia, genio condottiero, uomo di stato, conoscitore di 6 lingue, con le visioni del futuro che stiamo a raccontarci 800 anni dopo e che secondo me sono la chiave di volta per fare in Italia, come nel resto del mondo, esattamente quello che le Università devono fare. Federico II, Stupor Mundi, affermava con parole poi mediate dai suoi successori Corrado, Manfredi: esaltiamo la Scienza che illumina le menti, apre i tesori, crea un ponte verso le ricchezze, innalza le scale agli onori, solleva da terra il bisognoso, (NON DICE ALZA LE TASSE!) dice lo colloca, il bisognoso, accanto ai Principi, ed io devo dire che a leggere questa citazione e ricordandomi che adesso il mio vicino di casa è un ex Presidente degli Stati Uniti, mi viene da pensare che la formazione accademica deve pensare il termine accademico non nella accezione comune, Accademia è la base di una civiltà, la base di un’opportunità, la base della crescita; solleva da terra il bisognoso e lo colloca accanto ai Principi, nulla è più moderno, quindi, di Federico II”.
Giuseppe De Girolamo