Lo Yoga: una Tecnologia al servizio di chi corre
“Sono troppo rigido per fare yoga” e altre giustificazioni simili. In realtà, corsa e yoga sono più simili di quanto si pensi. Si basano entrambi un lavoro d’introspezione e di raccordo fra mente e corpo. Ecco perché lo yoga può essere di aiuto per prepararsi e sopportare meglio lo sforzo. Ma anche, più modestamente, per allungare i muscoli corti, rinforzare piedi, caviglie, gruppi muscolari della schiena e addominali, respirare meglio e migliorare la postura di corsa. In generale, per recuperare presto e bene da un allenamento.
D’altronde, si sa, la corsa affatica in particolare certi punti come ginocchio, flessori e muscoli stabilizzatori dell’anca e della coscia inclusa la famigerata bandelletta ileotibiale (legata alla sindrome del corridore) e i polpacci. Lo yoga può dare un suo contributo in vari modi, specie accelerando i tempi di recupero o evitando patologie molto diffuse fra cui quella indicata alla fascia ileotibiale o le fasciti plantari.
Sul Guardian Lexie Williamson, insegnante e autrice dei libriYoga for runners e Yoga for cyclists, ha proposto alcuneposizioni utili a quei punti e in generale alle gambe affaticate da una corsa. Il primo è sdraiarsi a terra e utilizzare una cinghia da yoga per fare stretching, facendola passare dalla pianta del piede destro e distendendo la gamba verso l’alto per allungare i tendini del ginocchio. Per il polpaccio, bisogna invece far passare la cinghia sotto la pianta e spingere in alto il tallone. Per gli adduttori, allargare la gamba piegata verso l’esterno. Tutto tenendo la posizione per 30-60 secondi o 5-10 respiri profondi. In circolazione se ne trovano molti, di esercizi di yoga o ispirati alle posizioni yoga, anche se non tutti da fonte certa. Quindi sempre molta attenzione nello sperimentarle.
Ma quale stile di yoga si addice di più ai runner? Dipende ovviamente dal tipo di allenamento, cioè dall’intensità della propria corsa. Chi picchia abbastanza duro, uscendo tre o quattro volte alla settimana, può orientarsi su tipi più morbidi come l’hatha o l’Iyengar, segnati da posizioni statiche mantenute a lungo. Chi invece si allena meno o non intende fare gare può scegliere l’Ashtanga vinyasa. Può andar bene anche il Bikram yoga, praticato in ambienti riscaldati, a patto di evitare le posizioni più estreme e tenere d’occhio l’idratazione.